Pf che vai, consulenza che trovi

Sono passati quattro mesi da quando è avvenuto, in casa Anasf, l’associazione dei promotori finanziari, il passaggio di testimone ai vertici, con l’arrivo di Maurizio Bufi a sostituire Elio Conti Nibali, dopo due mandati quadriennali. Mesi non certo facili, per una categoria professionale coinvolta a tutto tondo nelle intricate vicende borsistiche e nel complesso nodo dei mercati finanziari. Un contesto economico che, unito alle vicende di cronaca su consulenti infedeli che diffondono sospetto sulla categoria, e alla sfiducia che aleggia tra i clienti, certo non aiuta i protagonisti dell’industria del collocamento fuori sede.

Come si sta muovendo oggi l’associazione e che aria tira nell’Anasf dalla nuova casacca, accusata in parte di essere troppo accentratrice e oligarchica e troppo poco corale e trasversale? BLUERATING ha sentito le due voci più rappresentative: il presidente Maurizio Bufi e il direttore generale, Germana Martano. A oggi, il messaggio che emerge forte e chiaro è che l’unica strada percorribile è mettere al centro il cliente e che, mai come oggi, occorre investire il più possibile su due direttrici: consulenza e formazione.

Dott. Bufi, abbiamo ormai passato la metà del 2011. Qual è il suo bilancio personale sui suoi primi mesi da presidente Anasf?

Sono stati quattro mesi importanti, che hanno segnato un nuovo inizio dell’Associazione, basato sulle linee guida dettate dal Congresso di maggio di Parma e costruite sul lavoro svolto in questi anni da Anasf. Ho raccolto un impegno significativo, che il mio predecessore Elio Conti Nibali ha saputo indirizzare verso i grandi temi del settore. Sulla scia di quanto fatto fino ad ora al Congresso, ci stiamo impegnando perché il ruolo del promotore finanziario sia sempre più valorizzato quale interlocutore qualificato, che fonda sulla competenza e sulla relazione il rapporto di fiducia con il cliente. Questa caratteristica viene esaltata proprio in fasi di mercato come quella attuale, dove l’assistenza è l’elemento distintivo del rapporto professionale tra il risparmiatore e il promotore finanziario.

Siamo intervenuti in riferimento alla Manovra del Governo, in particolare sulla nuova tassazione dei conti titoli, sottolineando l’importanza della consulenza, che rappresenta il vero supporto ai risparmiatori, per una più efficiente allocazione delle risorse finanziarie disponibili e un adeguato controllo del rischio, in un’ottica di crescita. Sono stati mesi non privi di scossoni, vista la situazione in cui versa il nostro Paese, ma il bilancio della mia presidenza fino a oggi è sicuramente positivo.

Il mercato è pieno di insidie e il mestiere di promotore non è certamente facile. A suo avviso, come si può aiutare concretamente la professione?

Continuare a operare professionalmente, mettendo sempre al centro il cliente è l’unica strada percorribile. Sulla base di questo assioma, ascoltare il risparmiatore e concordare con lui una pianificazione finanziaria che possa rispondere alle sue esigenze, tenendo conto delle fasi del mercato, è l’approccio corretto. Il mercato chiede consulenza e noi dobbiamo dargliela. D’altra parte, i promotori hanno dimostrato, non da oggi, di sviluppare nel tempo un approccio e una vocazione consulenziale alla professione. Uno sforzo va chiesto sicuramente alle società mandanti, perché offrano tutto il supporto necessario ai propri promotori finanziari, che si trovano a gestire le richieste dei risparmiatori.

E ancora, l’attenzione alla formazione deve essere massima. I promotori finanziari devono poter disporre di tutti gli strumenti necessari per poter gestire in modo proattivo le situazioni più difficili. Ciò che infine va perseguito con forza è un riconoscimento del valore e della qualità della nostra professione. Tutta l’industria dei servizi finanziari e del risparmio gestito deve convincersi della necessità di “fare sistema” : Anasf è in prima fila su questo fronte.

Successivamente all’ultimo Congresso Nazionale, ci sono state prese di posizione piuttosto aspre da parte di alcuni associati, i quali hanno accusato Anasf di una mancanza di volontà di gestione corale. Come si è conclusa la questione?

La nuova squadra è operativa da alcuni mesi; questo è l’aspetto importante per tutti noi. Il dibattito e il confronto è utile per puntare a un ulteriore crescita dell’Associazione, che in fase congressuale ha definito gli orientamenti generali, da perseguire con determinazione e intelligenza, meglio se anche unitariamente.

Abbiamo modificato lo Statuto accogliendo le mozioni votate durante il Congresso, la maggior parte delle quali promosse dalla maggioranza dei delegati, alcune all’unanimità. Il nuovo Comitato Esecutivo è costituito oggi da professionisti e associati di valore, alcuni con maggiore anzianità in Associazione, avendo già per essa ricoperto ruoli, altri che possono contribuire con entusiasmo e nuove idee. Auspichiamo a un confronto continuo e lasciamo le polemiche fuori dai nostri uffici.

La valorizzazione del ruolo del promotore finanziario nei confronti dell’opinione pubblica rimane uno dei cardini del vostro programma. Quali azioni vanno intraprese affinchè sia possibile la rivoluzione culturale del promotore visto come pianificatore finanziario e non come venditore?

La rivoluzione culturale, così come lei la definisce, va fatta nei confronti di chi ancora non ci conosce. Chi invece già si rivolge a noi per la pianificazione dei propri risparmi è consapevole del valore e della qualità del nostro lavoro. Numerose ricerche testimoniano dell’apprezzamento che i clienti dei promotori finanziari riconoscono nei loro interlocutori, anche durante le crisi vissute di recente; come anche della fiducia che non è mai stata scalfita neanche nei momenti più bui del mercato, a differenza di quanto accaduto in altri canali distributivi come quello delle banche. Chi si affida a noi sa bene che siamo consulenti a 360 gradi. Dobbiamo trasferire ora questa consapevolezza ai risparmiatori tutti. Per questo obiettivo di lungo periodo, un aspetto della nostra attività, su cui lavorare con convinzione, è quello reputazionale.

Come riuscirci? Ad esempio, il progetto di educazione finanziaria Economic@menteTM, che abbiamo avviato nel 2009 presso le scuole secondarie superiori, oltre a diffondere cultura finanziaria tra i giovani, mette in contatto la nostra professione con gli studenti, il corpo docente, i genitori degli alunni e questo è anche un modo per far capire meglio chi siamo e – perché no – avvicinare i giovani alla professione.

Cosa prevede il 2012 di Anasf?

Abbiamo tanta carne al fuoco. Sicuramente continueremo a portare Economic@menteTM nelle aule di tutta Italia perché è sempre più urgente colmare la lacuna di cultura finanziaria diffusa tra gli italiani. Tanta formazione sarà l’altro must dell ‘ Associazione.
Confermeremo il nostro ruolo di associazione di categoria e di voce autorevole presso il mondo politico e istituzionale, con il regolatore come con il mondo delle associazioni dei consumatori, per portare avanti le questioni ancora irrisolte della nostra professione, dalla doppia contribuzione obbligatoria dei promotori finanziari a Inps ed Enasarco, cercando di entrare nel cda dell’ente, alla duplice iscrizione all’Albo e al Registro unico degli intermediari assicurativi. Vogliamo inoltre agire per la reintroduzione di una forma di praticantato o tirocinio che possa assistere le fasi di avvio della carriera dei giovani colleghi, perché solo puntando sulle nuove leve la nostra professione avrà futuro. Un ulteriore sforzo sarà profuso anche per elevare, con la proposta di introdurre alcuni cambiamenti ai contratti con le mandanti, le tutele nei confronti dei colleghi già in attività, così come rendere più attrattiva, anche per questa via, l’inserimento dei giovani. 

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