Quello che i bilanci non dicono

Inizia con Banca Mediolanum l’analisi di BLUERATING dedicata alle società di distribuzione finanziaria. Quella di Ennio Doris è la prima per dimensione di rete. Banca Mediolanum è controllata al 100 per cento dal gruppo Mediolanum, fondato nel 1982 proprio da Doris. I principali azionisti sono la famiglia Doris, che possiede il 40,49%, e il gruppo Fininvest, che ha il 35,97%. Ripercorriamo la storia tappa per tappa. Come riporta il sito web istituzionale del gruppo, nei primi anni Ottanta Ennio Doris, in partnership con il gruppo Fininvest, dà vita a Programma Italia, rete di vendita che nasce nel nostro Paese con l’obiettivo di fornire ai propri clienti una consulenza globale per tutti i problemi riguardanti il risparmio e la previdenza.

L’incontro tra l’esperienza di Doris e il sostegno imprenditoriale e logistico della Fininvest di Silvio Berlusconi consentono all’azienda di qualificarsi fin da subito come uno degli operatori nel mercato del risparmio nazionale. Nel 1984, per ampliare il carnet di prodotti, il gruppo di Doris acquista le compagnie assicurative Mediolanum Vita e Mediolanum Assicurazione. L’anno dopo, con la creazione di Gestione Fondi Fininvest, sorge pure una società in grado di fornire fondi comuni di investimento, aumentando così il potenziale di sviluppo e l’offerta di prodotti e servizi. Nel dicembre del 1995 nasce Mediolanum Spa, holding di tutte le attività del settore, in mano ai due soci storici Doris e Fininvest. Una riorganizzazione indispensabile per quotare in Borsa, l’anno dopo tutte le attività. E infatti, nel giugno del 1996 Mediolanum Spa entra nel listino della Borsa di Milano.

Nel 1997 il gruppo Mediolanum crea a Dublino Mediolanum International Funds, società di gestione che è in grado di offrire fondi avanzati non ancora contemplati dalla legislazione italiana. Nel novembre del 1997 Programma Italia si trasforma in Banca Mediolanum, che nel giugno del 2000 approda i n Spagna con l’acquisizione del gruppo Bancario Fibanc, dando il via all’espansione all’estero. Poi arriva l’acquisizione del 2% di Mediobanca, tramite la quale vede la luce Banca Esperia, la joint venture che si pone l’obiettivo di diventare il nuovo punto di riferimento per clienti privati e istituzionali nel private banking italiano.

Nel 2001 il gruppo prosegue l’espansione in Europa, nei mercati tedesco e austriaco. La struttura attuale del gruppo, spiega sempre il sito web istituzionale, vede Mediolanum Spa in testa, con partecipazioni dirette e indirette nelle società che fanno il gruppo. Inclusa Banca Mediolanum, che dal settembre del 2001 è a capo del gruppo Bancario Mediolanum. Tornando al futuro, come andrà a finire il 2011, dopo un’estate così complicata? Essendo quotata, Mediolanum Spa è tenuta a presentare i propri risultati ogni trimestre. Quelli dei primi nove mesi dell’anno si conosceranno mercoledì 9 novembre.

Qualche anticipazione, nel frattempo, la chiediamo al presidente Ennio Doris. “Il calo del mercato”, risponde, “rende più difficile il lavoro e determina un calo delle performance e delle management fees. Alla fine, faremo probabilmente meno utili dello scorso anno. Ma la crescita che registriamo nelle nostre attività ci fa sperare in un risultato comunque positivo anche nel 2012. La raccolta netta dei primi nove mesi dell’anno”, anticipa poi Doris, “è stata di 1.198 milioni. Mi preme evidenziare che la seconda banca in classifica ha totalizzato un terzo in meno, circa 360 milioni. C’è un abisso. Un plauso va alla rete di vendita, che non ha eguali. Molto dipende anche dal supporto che offriamo in termini di servizi e consulenza. Noi stiamo vicini ai nostri family banker e forniamo analisi sul mercato e indicazioni su come muoversi. E lo facciamo attraverso trasmissioni quotidiane sulla nostra corporate tv. Arriviamo direttamente sui laptop e sui loro pc”.

A fine agosto 2011, il numero dei promotori finanziari di Banca Mediolanum risultava in calo di un paio di centinaia di unità rispetto al 31 dicembre 2010. Erano 4.541. Già il numero di fine 2010 era più basso rispetto a quello di fine 2009, che ammontava a 4.945 unità. Più che un turnover, una progressiva flessione in linea con il mercato. Doris sostiene che il management è vicino alla rete. “Io sono sulla nostra corporate tv tutte le settimane. In questi giorni, poi, stiamo avviando un giro della rete su tutto il territorio nazionale con il nostro responsabile commerciale. Iniziamo dalla Sicilia, da Palermo, continueremo con Napoli. A seguire, tutte le altre città”.

Un milione di clienti a fine 2010. “Li incontro con frequenza”, dice Doris, “li rincuoro sul fatto che l’Italia non fallirà. È un’ipotesi ridicola, data la ricchezza degli italiani, il loro patrimonio immobiliare e gli attivi dello Stato”. Qualche giorno fa, un editorialista ha ribattezzato Ennio Doris “Nostradamus Mediolanum”, contestandogli le previsioni sulle performance di Borsa proposte negli anni scorsi. Adesso che abbiamo preso diversi sonori schiaffoni, cosa dice Doris? “Io faccio sempre riferimento al mercato mondiale, non solo a quello italiano che costituisce l’1 o il 2% del totale. La regola, in questo momento, è pensare globale e a lunghissimo termine. Come dice Warren Buffet: solo dieci anni e oltre”.

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