Derivati, chiesto rinvio a giudizio per 20 funzionari UniCredit a Bari

La Procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio per 20 funzionari di UniCredit, accusati a vario titolo di truffa aggravata, appropriazione indebita ed estorsione ai danni della società barese Divania srl. Secondo quanto riporta il sito web di La Repubblica, il pm Isabella Ginefra ritiene infatti che gli imputati abbiano indotto in errore i clienti circa la vantaggiosità dell’acquisto mediante sottoscrizione di contratti e di prodotti finanziari derivati, arrecando loro un danno ingiusto.

Nello specifico ai funzionari della banca viene contestato di aver negoziato prodotti finanziari derivati quale strumento di ‘copertura’ del rischio di variazioni avverse dei tassi di cambio e dei tassi di interesse, tacendo dolosamente la natura prevalentemente speculativa di tali contratti e prospettando così una falsa rappresentazione della realtà.

Una ricostruzione respinta dall’istituto di credito, che in una nota spiega: “UniCredit conferma di aver operato correttamente sulla vicenda Divania ed è quindi confidente che anche il  vaglio della magistratura possa far emergere l’assenza di irregolarità”. Tra i 20 imputati, due componenti del cda dell’istituto di credito, Luca Fornoni e Davide Mereghetti, all’epoca dei fatti contestati responsabili dell’Area Coroporate Banking di UniCredit Banca Mobiliare spa.

L’indagine è stata avviata dopo la denuncia del titolare di Divania, Francesco Saverio Parisi, che sostiene di non essere stato informato correttamente da UniCredit circa i rischi connessi agli strumenti di finanza complessa che stava acquistando, proponendoli anzi come sicuri. La società, che produceva mobili imbottiti, ha avviato un parallelo processo civile, chiedendo a UniCredit la restituzione di 219 milioni di euro più 61 di interessi.

“Lo scorso giugno, Divania era stata dichiarata fallita e l’attesa era che le azioni penali verso UniCredit fossero interrotte”, hanno commentato gli analisti di Intermonte. “Ora il timore è che con il rinvio a giudizio la questione non possa ancora considerarsi chiusa. Confermiamo il nostro giudizio neutrale, con un prezzo obiettivo di 0,9 euro”, hanno consluso gli esperti della sim.

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