È il promotore il centro di tutto

Raccolta netta positiva per più di un miliardo di euro da inizio anno e reclutamento in accelerazione con 600 nuovi private banker inseriti. Facciamo il punto sui numeri di Banca Fideuram con l’amministratore delegato Matteo Colafrancesco, che dà a BLUERATING qualche indicazione sul 2011.

Innanzitutto, ci dica: che differenza c’è tra voi e le altre reti in Italia? In cosa vi ritenete diversi?

Il primo fattore distintivo è dimensionale: siamo, con le nostre reti Fideuram e Sanpaolo Invest, il primo gruppo nell’ambito della promozione finanziaria con una quota di mercato superiore al 30%, il doppio rispetto al secondo competitor. Ma non siamo soltanto leader nel nostro settore, rappresentiamo oggi in Italia il terzo gruppo nell’asset management, la quarta private bank e siamo presenti nella top 10 delle compagnie Vita. Il secondo elemento che ci contraddistingue maggiormente riguarda il nostro modello di servizio. Operiamo esclusivamente in regime di consulenza finanziaria, per tutti i clienti e prodotti e su ogni canale, e disponiamo di un servizio di consulenza evoluta a pagamento, Sei, attivo su circa 28mila clienti, pari a 11 miliardi di masse. Il nostro modello di servizio prevede infine che, per la clientela private, i nostri banker possano usufruire di centri dedicati sul territorio e della figura del wealth advisor di sede, nonché, on demand, di specialisti per tematiche specifiche di natura fiscale, immobiliare o successoria.

Come sta andando il 2011? Qualche anticipazione?

La prima parte dell’anno è stata molto positiva, a conferma di un triennio in costante crescita. Raccolta netta positiva per più di un miliardo di euro da inizio anno, raccolta netta gestita superiore ai 500 milioni di euro e reclutamento in forte accelerazione con 600 nuovi private banker inseriti, di cui la metà riconducibile all’ingresso dei promotori di Banca Sara. Sono numeri che testimoniano la bontà di un modello che, da un lato, mette il promotore al centro della strategia di crescita aziendale concentrando, sulla sua figura, ogni sforzo e investimento e, dall’altro, punta a offrire alla clientela un livello di servizio di altissima qualità.

Come sono cambiate – se sono cambiate – le vostre strategie dopo questa complicata estate?

Le nostre strategie non cambiano sulla base dell’andamento dei mercati: i risparmiatori sono spesso, in questo periodo, disorientati e sfiduciati. Hanno quindi, oggi più che mai, bisogno di un approccio veramente consulenziale per evitare le insidie del momento e individuare le soluzioni di investimento più idonee a questo contesto, sia da un punto di vista finanziario sia da quello fiscale, la cui rilevanza è cresciuta ancora con le recenti riforme introdotte. Il nostro asset più prezioso è e rimane la nostra clientela, che assistiamo quotidianamente sul territorio e di cui dobbiamo saper gestire l’emotività, soprattutto nei momenti di massima volatilità dei mercati. Per noi questo significa parlare una lingua chiara e trasparente e condividere obiettivi di investimento, nel rispetto del profilo e dell’orizzonte temporale di ciascun cliente.

Che cosa state dicendo ai vostri promotori finanziari?

Il dialogo con le nostre reti è costante e si è addirittura intensificato nel periodo estivo, al verificarsi dell’acutizzazione della crisi. Abbiamo realizzato a settembre un road show sul territorio, incontrando fisicamente i nostri 4.800 private banker per fare il punto sulla situazione dei mercati, sulla recente riforma fiscale e presentare loro iniziative ad hoc elaborate per rispondere al meglio a questa fase di mercato. I feedback ricevuti e i risultati che, nonostante un contesto non certo favorevole, continuano a essere positivi, ci rafforzano nella convinzione che la vicinanza alla rete è, in questo momento, determinante.

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