Maxi frode fiscale in UniCredit, inchiesta conclusa

Il procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo ha chiuso le indagini su 20 dirigenti bancari di UniCredit e Barclays, tra i quali l’ex a.d. Alessandro Profumo, accusati di una maxi frode fiscale. Lo riporta l’agenzia di stampa Adnkronos.

Secondo l’accusa, i manager indagati avrebbero “costruito una struttura complessa e artificiosa, predeterminata in ogni sua articolazione, così da non comportare alcun rischio economico o finanziario, unicamente volta a generare, sotto il profilo della rappresentazione contabile, proventi nella forma di interessi che artatamente invece prospettavano dividendi ai fini della imponibilità fiscale, prevista solo nella misura del 5% del loro ammontare lordo”.

Dividendi che nascondevano interessi attivi sui quali il reddito imponibile sarebbe stato pari al 95%. Si tratta di una serie di operazioni effettuate dai manager di UniCredit Corporate Banking, UniCredit Banca Spa, UniCredit Banca di Roma con società della Barclays per le quali sarebbe stato sottratto “all’imposizione elementi attivi per un ammontare complessivo di 745.220.166 euro” e con un danno erariale complessivo “pari a 245.956.118 euro”.

Lo stesso importo, ricorda l’Adnkronos, è stato oggetto di un sequestro preventivo nei giorni scorsi da parte della guardia di finanza. Ad Alessandro Profumo la procura contesta l’avere approvato “rispettivamente in data primo marzo 2007, 9 aprile 2008 e 7 novembre 2008”, la realizzazione delle operazioni apponendo la propria sigla sulle relative e articolate richieste di approvazione dell’investimento sopra descritto in strumenti partecipativi di capitale, emessi da società lussemburghesi appartenenti al gruppo bancario Barclays, a lui indirizzate dai competenti uffici, determinando così la condizione necessaria per la realizzazione dell’investimento.

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