Fineco, quarta in Italia con oltre 2.300 pf

La classifica per numero di promotori finanziari diffusa da Assoreti alla fine del 2010 indicava al quarto posto FinecoBank, la banca diretta del gruppo UniCredit. Al 31 dicembre, risultavano al servizio della rete 2.318 promotori finanziari, in calo rispetto a dodici mesi prima, quando gli uomini e le donne della struttura si attestavano a quota 2.524 (-8,2%). FinecoBank ha chiuso il 2010 con un utile netto pari a 51,8 milioni di euro. Meglio del 2009, quando il risultato a fine anno si posizionò sui 43,8 milioni. La raccolta netta totale della rete dei personal financial adviser si è attestata poco sotto quota un miliardo e 145 milioni.

Bene la raccolta gestita, che ha totalizzato 1.331 milioni di euro. Negativa, invece, quella diretta: da -338,6 milioni a meno un miliardo e 300 milioni circa. Nettamente meglio l’amministrata, che praticamente raddoppia: da 635 milioni a 1 miliardo e 119 milioni. I dati, tutti insieme, contribuiscono a determinare un calo sostanziale alla voce “raccolta netta totale”: dal miliardo e mezzo di fine 2009 al miliardo e quasi 145 milioni di euro del 31 dicembre 2010. Dividendo il totale della raccolta della rete per il numero dei pfa, viene fuori che tra il gennaio e il dicembre del 2010 Finecobank ha raccolto 494mila euro per ogni singolo professionista. In aumento, rispetto al 2009, il patrimonio amministrato e gestito: il totale si è posizionato a quota 28,4 miliardi di euro, in crescita rispetto ai quasi 27 miliardi di euro del 31 dicembre 2009. “Si evidenza”, sottolinea la banca nel bilancio, “l’incremento dell’incidenza del patrimonio gestito sul totale, che passa dal 45,5% del 2009 al 53,5%”. Scomposto per il numero di uomini e donne della rete, il patrimonio al 31 dicembre 2010 risulta pari a circa 12 milioni per personal financial adviser. Il dato ci dà un’idea approssimativa del portafoglio medio di ogni pfa.

“Occorre sottolineare”, scrive sempre la banca nel bilancio 2010, “che la riqualificazione dei portafogli e l’effetto mercato hanno portato a un incremento nel comparto gestito rispetto al 31 dicembre 2009, sia in termini di volume sia in termini di peso sul total financial asset, pari a oltre 2.300 milioni di euro”. Al termine dello scorso anno, FinecoBank contava oltre 817mila clienti. In flessione rispetto alla fine del 2009, quando la banca ne aveva 878.502. In media, 352 per ciascun promotore finanziario. “L’acquisizione di nuova clientela”, si legge sempre sul bilancio del 2010, “si è confermato lo strumento di crescita più importante, con oltre 44mila conti correnti aperti per il tramite di promotori finanziari nell’anno”. Il totale dei dipendenti al 31 dicembre 2010 si attestava a quota 825. Interessante notare come si confermi la media rilevata presso Banca Mediolanum e Banca Fideuram: anche in FinecoBank, l’anno passato, c’era in organico una risorsa ogni tre promotori finanziari.

289 erano invece i negozi finanziari operativi, gestiti direttamente dall’azienda o dai promotori stessi. Praticamente, un negozio ogni otto uomini e donne della rete. Da segnalare, comunque, che dodici mesi prima erano 317. Il calo è legato al processo di integrazione della rete di vendita iniziato a seguito della fusione con UniCredit Xelion Banca. Un processo portato a termine nel 2010 attraverso il completamento della riorganizzazione della struttura di rete con la creazione di gruppi misti sul territorio, l’introduzione di un nuovo meccanismo di incentivazione per i manager basato non solo sul dato di raccolta netta totale ma anche su elementi qualitativi e quantitativi, gli interventi sui promotori con asset particolarmente bassi tramite azioni di stimolo e di rivitalizzazione e l’ottimizzazione dell’organizzazione territoriale con un nuovo set di regole di logistica, definite già a partire dall’anno precedente, che hanno consentito una più razionale distribuzione dei negozi finanziari con regole di spesa univoche e più efficienti.

Anche nel 2010, oltre a potenziare la gamma d’offerta esistente, la banca comunica di aver “perfezionato accordi con selezionati e prestigiosi partner commerciali, continuando così a dare vigore al circolo virtuoso dato dall’architettura aperta”. Quanto alla formazione, nel corso del 2010 FinecoBank ha erogato alla sua rete di promotori finanziari oltre 135mila ore di formazione: più di 80mila sono state di preparazione obbligatoria, 43.506 di tipo tecnico/istituzionale e 11mila di formazione comportamentale, relazionale e relativa a progetti speciali. L’attività formativa a carattere obbligatorio si è focalizzata su una serie di corsi online. I temi al centro di queste lezioni: l’antiriciclaggio, la disciplina Mifid, la trasparenza bancaria, la privacy, il market abuse e l’antiusura.

“Abbiamo portato a termine”, spiega la banca, “una serie di progetti: alcuni con lo scopo di migliorare l’operatività della rete, altri volti a fidelizzare sempre più i promotori e altri ancora, di carattere più strategico, finalizzati a moltiplicare l’azione dei pf e a incrementare la raccolta”. Chiudiamo da dove siamo partiti. FinecoBank ha archiviato il 2010 con un utile netto di quasi 52 milioni di euro. Mettendo questo numero in rapporto con il totale dei promotori, si può dire che l’anno scorso la banca ha riportato un profitto superiore a 22mila euro per ciascun pf. Svolgendo lo stesso calcolo per i ricavi della banca, viene fuori che nel 2010 FinecoBank ha registrato guadagni per quasi 123mila euro a promotore. Come abbiamo precisato nelle altre puntate della nostra inchiesta nelle reti, si tratta di un’operazione puramente matematica, che svolgiamo per raccontare gli stessi numeri da un’ottica diversa. Segnaliamo, infine, che nel 2010 la banca ha avuto costi operativi per 177 milioni, in lieve aumento rispetto al 2009.

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