Sotto la lente: le alternative alla previdenza complementare

La crisi del debito sovrano non influenza l’operato dei promotori finanziari e dei risparmiatori italiani tutti solo sotto il profilo del rendimento potenziale degli investimenti a seconda dell’andamento e della volatilità dei mercati azionari o obbligazionari, ma anche sotto il profilo della propensione al risparmio ed in particolare al risparmio previdenziale. È evidente a tutti che le misure chieste all’Italia dall’Unione europea e che il governo si è impegnato a varare, accettando un controllo trimestrale sullo stato di avanzamento delle riforme da parte di Fmi e Commissione Ue (salutato dal presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, come un passo “molto importante per la credibilità” dell’Italia agli occhi dei mercati finanziari), rischiano in un primo tempo di frenare la crescita economica e dunque incidere sul reddito disponibile delle famiglie italiane. D’altra parte è altrettanto evidente che il risanamento dei conti pubblici oltre che da misure di liberalizzazione e da una migliore utilizzazione dei fondi per la crescita passa anche per nuovi adeguamenti dei maggiori capitoli della spesa pubblica (sanità e pensioni).

Un intervento sulla previdenza, per ora accantonato, resta dunque un’ipotesi non escludibile nel prossimo futuro e questo dovrebbe portare molti a riflettere sulla necessità di integrare il “primo pilastro” (la previdenza pubblica) con forme di previdenza professionale e individuale integrative. L’offerta di Mps per quanto riguarda la previdenza complementare è al momento incentrata su due famiglie di soluzioni, il Fondo pensione aperto Axa Mps Previdenza per te e il Piano individuale pensionistico Axa Mps Previdenza personale. Nel primo caso il fondo consente, a color che versano periodicamente delle quote di risparmio, di costituire alla scadenza (ossia alla data di pensionamento) un capitale che sarà convertito in una rendita vitalizia (e che potrà eventualmente essere incassato sotto forma di capitale fino ad un massimo del 50% dell’intero montante accumulato).

I comparti d’investimento disponibili sono cinque, caratterizzati da differenti profili di rischio/rendimento da scegliere in relazione all’orizzonte temporale di permanenza nel fondo e alla propria propensione al rischio di ciascun sottoscrittore. Non sono previste commissioni di sottoscrizione, mentre le commissioni di gestione finanziaria vanno dallo 0,8% annuo per la Linea Moneta all’1,4% per la Linea Garantita, oltre a una commissione fissa per la gestione amministrativa di 12,91 euro annui, a cui in caso di adesione al “life cycle” si aggiungono 50 euro prelevati in occasione di ciascuna riallocazione automatica. Nel secondo caso si tratta di un Pip di tipo assicurativo finalizzato alla costituzione di una rendita che si aggiungerà alle prestazioni del sistema pensionistico obbligatorio. In questo caso l’aderente può scegliere liberamente l’importo da versare, la periodicità e nel corso del tempo può effettuare versamenti aggiuntivi.

Alla data di pensionamento verrà corrisposta una rendita che sarà rivalutata annualmente in base ai rendimenti di una gestione separata assicurativa (anche in questo caso, al momento del pensionamento, si potrà optare per ottenere fino ad un massimo del 50% in forma di capitale ed il resto sotto forma di rendita). Quanto ai costi è prevista una commissione sui contributi pari al 3%, mentre le commissioni di gestione finanziaria variano a seconda del profilo prescelto (Mpv Previdenza, Mpv Previdenza Equilibrato, Mpv Previdenza Aggressivo) tra l’1,5% e il 2,4%, senza alcuna spesa per il riscatto (totale o parziale). In fase di erogazione i costi sono invece pari all’1,25% della rendita.

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