S&P, ondata di downgrade sulle big del credito

Ondata di downgrade per le grandi banche mondiali da parte di Standard & Poor’s. L’agenzia di rating ha introdotto nuovi criteri per la valutazione di 37 colossi del credito, avviando una serie di tagli su ambedue le sponde dell’Atlantico. Per quanto riguarda le banche italiane, sono rimaste immuni ai cambi Intesa Sanpaolo e UniCredit, per le quali l’agenzia ha lasciato invariate le proprie valutazioni ad A/Negativo/A-1 per tutte e due. A pagare il conto più salato sono state invece le big Usa: S&P ha tagliato infatti la propria valutazione su, fra le altre, Goldman Sachs, Citigroup, Bank of America, Merrill Lynch, Wells Fargo e JPMorgan. Nello specifico, il rating di Goldman Sachs è stato rivisto ad A da A-, come anche quelli di Bank of America, Citigroup, Morgan Stanley e Wells Fargo, mentre per JPMorgan il downgrade è stato ad A da A+. S&P è l’unica agenzia ad aver tagliato il rating degli Stati Uniti e i downgrade con le revisioni degli standard erano ampiamente attesi. Ma potrebbero avere ugualmente effetto su un mercato debole e volatile. Agli inizi di novembre S&P aveva annunciato una revisione dei rating di molte istituzioni per meglio riflettere il legame fra la capacità di credito di una banca e l’economia in cui opera. I tagli di S&P seguono l’annuncio di Moody’s che nelle ultime ore ha preventivato una revisione del rating sul debito subordinato di 87 banche europee in 15 paesi. Moody’s ha evidenziato che il maggior numero di rating a essere rivisto sarà in Spagna, Italia, Austria e Francia.

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