Bpm, 200 obbligazionisti pronti a fare causa sul bond convertendo

Nubi all’orizzonte per Bpm. Secondo alcuni analisti, la banca potrebbe trovarsi costretta a fare accantonamenti per risarcire oltre 200 obbligazionisti sul piede di guerra. Ieri infatti, Altroconsumo ha annunciato iniziative giudiziarie nei confronti di Bpm per i danni subiti dalla conversione del bond convertendo avvenuta lo scorso 29 dicembre, in anticipo rispetto ai termini originari, che ha comportato una perdita stimata tra il 50% e il 70% per i possessori.

Secondo Altroconsumo il convertendo – i cui i termini sono stati modificati dall’assemblea dei bondholder il 22 dicembre tra le forti proteste dei piccoli risparmiatori – “è in realtà uno strumento finanziario che non assicura alcun risultato utile all’investitore”. Inoltre “non poteva in alcun caso essere competitivo nemmeno con l’acquisto diretto di titoli azionari Bpm sia in presenza di un trend rialzista sia nel caso in cui, come poi è effettivamente avvenuto, il titolo sottostante riducesse il proprio valore di mercato”. La modifica del regolamento del convertendo ha riguardato oltre l’anticipo della scadenza (dalla precedente data del 1 giugno 2013) anche la riduzione dello strike price a 2,71 da 6 euro.

Altroconsumo, che già ha presentato un esposto alla Consob perché riaccenda i riflettori sulla vicenda, annuncia quindi che “intende agire a tutela dei risparmiatori danneggiati, intraprendendo le iniziative giudiziarie più opportune qualora Bpm non adotti immediatamente tutte le misure idonee ad eliminare le violazioni accertate e a risarcire i consumatori dei danni subiti”. Intanto ieri è arrivata anche la conferma della Consob circa l’ingresso di Time&Life all’8,26% del capitale di Bpm, attraverso l’inoptato dell’aumento di capitale terminato a dicembre.

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