La lunga attesa dell’Albo: per adesso è tutto fermo

Il dente che duole a Nafop è, ovviamente, quello dell’Albo che non arriva. A fine dicembre, l’ennesimo rinvio. “La situazione si è un po’ incancrenita”, ha detto a BLUERATING il presidente dell’associazione Cesare Armellini. “Dal giugno del 2008, l’Albo ha subito rinvii di sei mesi in sei mesi. Il decreto milleproroghe sposta il termine per l’istituzione dell’Organismo per la sua tenuta al 31 dicembre 2012. Vogliamo ricordare che l’Organismo di vigilanza è previsto dall’articolo 18 bis del Testo unico della finanza”.

Armellini, con le liberalizzazioni chieste a gran voce dall’Europa, perché l’Albo è così importante?

Sia chiaro: noi non intendiamo l’Albo come una corporazione o, peggio ancora, come una fabbrica di poltrone. Per noi dovrà essere un registro che i risparmiatori possono consultare per verificare i nomi dei professionisti operativi e autorizzati. L’obiettivo, ovviamente, è la tutela del risparmio. Oggi non c’è un’autorità che controlli i soggetti che operano come consulenti.

Voi tenete un registro, giusto?
Nafop ha provato a sopperire creando un registro nel quale sono iscritti circa 300 professionisti. Ma l’Albo serve, eccome. La maggior parte delle premesse c’è già. Per esempio, c’è un decreto ministeriale, il 206 del 2008, che contiene un regolamento di disciplina dei requisiti per l’iscrizione all’Albo delle persone fisiche consulenti finanziari. Il punto è che questo Albo manca ancora.

I giovani come se la cavano?

Questo è un altro tasto dolente. Non perché ne manchino. Il punto è che oggi chi vuole fare il consulente non può farlo. Nel Tuf c’è una nota che in sostanza riconosce solo i consulenti indipendenti già operativi all’epoca del recepimento della Mifid. Una misura che di fatto ha congelato un’intera categoria. La conseguenza è che chi vuol fare il consulente – un bancario in esubero, per esempio – deve aspettare l’Albo. Che, però, non arriva.

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