Sostenibilità: Credit Suisse e Ubs le più peccaminose, Unicredit rimandata a settembre

Per l’italiana Unicredit, alle prese con l’aumento di capitale da 7,5 miliardi di euro, è un giudizio a metà. Sulla base un recente studio sulla sostenibilità del settore bancario firmato Bank Sarasin “l’istituto di Piazza Cordusio” scrive il sito di informazione EticaNews.it che ha condotto l’inchiesta “è inserito nella lista delle banche più esposte a shock a causa del basso ratio Tier 1”. “Il focus è su quali attività controverse, magari non verdi o non etiche, vengono finanziate: una sorta di rischio reputazione”. E l’istituto è nominato nella lista delle banche che hanno contrasti con le organizzazioni non governative. Tra i peccati industriali della banca guidata da Federico Ghizzoni ci sarebbe il finanziamento per 2,3 miliardi di euro ( i dati sono di nuclearbanks.it) all’energia nucleare.

Ma oltrepassando i confini italiani lo studio prende di mira anche altri istituti. I rating elaborati da Bank Sarasin per i grandi gruppi quotati mostrano che Nordea, Standard Chartered e Toronto-Dominion Bank (TD Bank) sono le banche più sostenibili, attive a perseguire atteggiamenti e scelte avversi al rischio e a valorizzare i dipendenti. Le bocciate hanno nomi illustri: da Ubs a Credit Suisse, passando per Lloyds, Commonwealth Bank of Australia e Bnp Paribas. I colossi Deutsche Bank e Société Generale, invece, stanno recuperando posizioni. “Dallo studio” conclude ETicaNews.it “emerge che la sostenibilità è una variabile critica di successo che coinvolge tutti i business di una banca e che riduce i rischi finanziari”.

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