Posta del pf, nel 2012 è in arrivo una nuova ondata di cambiamenti

Sussurri e voci sembrano tenere in ansia qualcuno dei lettori di BLUERATING, che si domandano quale sarà il destino della rete di promotori finanziari di Banca Monte dei Paschi di Siena. “Il nuovo piano industriale lo chiarirà” pronostica un nostro lettore aggiungendo: “Speriamo non ci siano cambi radicali, è un bel progetto”. L’arrivo a Rocca Salimbeni coi gradi di direttore generale di Fabrizio Viola, 53 anni, fino a fine 2011 amministratore delegato di Banca popolare dell’Emilia Romagna dopo vari anni ai vertici di Banca popolare di Milano, al quale sembra destinata la poltrona che in aprile l’amministratore delegato Giuseppe Mussari lascerà libera in occasione del rinnovo del cda della banca senese sembra del resto legata proprio all’esigenza di far coincidere la definizione del nuovo piano industriale con la nomina del top management destinato a tradurlo in pratica.

Sullo sfondo restano tuttavia non pochi interrogativi sia per quel che riguarda gli aspetti più propriamente industriali e di andamento del mercato sia per la spada di Damocle della ricapitalizzazione da oltre 3 miliardi di euro richiesta dall’Eba ma che a Siena si cercherà con ogni probabilità di evitare, proponendo misure alternative. Nella stessa situazione di incertezza del Montepaschi sono del resto Ubi Banca e Banco Popolare, mentre altre realtà come il gruppo Fondiaria-Sai e il gruppo Unipol (e quindi le rispettive controllate Banca Sai e Unipol Banca) potrebbero annunciare a breve un matrimonio che il mercato valuta probabile anche se non sembra destinato a placare del tutto i dubbi del mercato riguardo il destino futuro del gruppo Ligresti (mentre potrebbe essere una buona opportunità di crescita per il gruppo guidato da Carlo Cimbri).

Per quanto riguarda le attività assicurative, infatti, un matrimonio FonSai-Unipol rafforzerebbe il secondo operatore italiano del settore, con una raccolta premi che a settembre 2011 sarebbe stata pari a 8,15 miliardi nel ramo Danni, pari a meno della metà dei 16,9 miliardi del gruppo Generali, e a 5 miliardi circa di premi Vita (non considerando Bnl Vita ceduta nel frattempo a Cardiff), contro i 34,4 miliardi raccolti dal leone alato nei primi nove mesi dello scorso anno. Più delicate le prospettive delle attività bancarie e nel risparmio gestito dei due gruppi, a causa della ristrutturazione in corso in entrambe le reti per migliorare la qualità degli attivi anche a scapito di un’ulteriore crescita. L’elenco dei gruppi che appaino bisognosi di una revisione del proprio piano industriale sarebbe ancora lungo, così non serve la sfera di cristallo per pronosticare che nel 2012 i lettori di BLUERATING continueranno a interrogarsi sul destino della propria e dell’altrui organizzazione, non senza ragione.

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