Più management fee in casa Doris

Di motivi per essere felici e soddisfatti negli ultimi mesi i promotori finanziari italiani hanno fatto fatica a trovarne, stretti tra gli alti e bassi dei mercati finanziari, le manovre economiche che saranno pure “virtuose” ma essendo procicliche non sembrano in grado di far crescere il reddito disponibile delle famiglie italiane (e quindi accentuano la concorrenza tra consumi e risparmio) e le incertezze in merito al quadro normativo che regolamenterà in futuro la professione.

Non fanno eccezione gli uomini di Banca Mediolanum, molti dei quali sui commenti agli articoli di BLUERATING avevano in passato denunciato sostanzialmente tre problemi: primo, l’essere rimasti ancorati a una struttura fortemente piramidale che prevede troppi livelli intermedi tra la base dei promotori e i vertici della struttura; secondo – diretta conseguenza del primo problema – la presenza di un numero eccessivo, per alcuni ingiustificato, di manager; terzo – anche in questo caso per alcuni in conseguenza dei due precedenti punti – una distribuzione dei compensi che se premia i manager dei livelli più elevati tende a penalizzare i livelli inferiori, più “operativi”, della rete distributiva. Prova del “mal di pancia” della rete di Mediolanum sarebbero, anche a giudizio di promotori appartenenti alla struttura e intenzionati a farne parte il più a lungo possibile, lo stillicidio di fuoriuscite che da molti mesi accompagna la rete, solo in parte compensata dai flussi in ingresso di nuovi professionisti. Qualcosa sembra però stare cambiando: i lettori segnalano un incremento del management fee. Uno di loro, Francesco, in particolare scrive: “Il management fee è aumentato per tutti. Per quelli che hanno sopra i 5 milioni di euro di gestito come me è aumentato di più.

Tanto per intenderci, su un fondo azionario con un cliente che ha con me 100 milioni di euro di Nav prendo lo 0,50%, se ne ha 200 milioni prendo lo 0,60%, non male”. Per cui secondo il lettore “chi va via da Mediolanum, adesso lo fa per altri motivi, spesso economici, legati alle contingenza immediata”. Pronta la risposta di un altro lettore (che avendo scelto di restare anonimo non sappiamo a quale rete concorrente appartenga) che risponde a Francesco: “Guarda che nelle altre società prendere lo 0,65% su un fondo azionario è il minimo e, pensa, anche su chi versa 5.000 euro.

Tu lo puoi avere solamente sui clienti che hanno un Nav singolarmente superiore ai 200mila euro e la domanda che viene spontanea è: ma tu hai tutti clienti con 200mila euro di Nav in su?”. Quello della remunerazione sembra dunque destinato a divenire un tema meno sentito di un tempo ma non a scomparire del tutto dalle chiacchiere in rete tra promotori. Quanto agli altri due temi, per ora non sembrano all’orizzonte grandi novità, ma non è detto che nel 2012 qualcosa non possa cambiare, visto che cresce il numero di coloro che “suggeriscono” a Ennio Doris di voltare pagina ricordando che “i veri problemi di Mediolanum” riguardano “una continua spremitura dei clienti e dei family banker e un continuo far credere alle favole”. Sembrano segnali di una struttura alla quale il management ha chiesto molto e forse ha dato troppo poco in cambio, tanto che il nostro lettore “anonimo” nota: “Ho visto tante volte partire cose che erano molto favorevoli per i pf e poi con il tempo e l’aggiunta di paletti vari erano diventate giungle impenetrabili”. Chissà che il 2012 non porti l’azienda a disboscare un po’ di quei paletti e dare nuovamente respiro e stimoli ai propri promotori finanziari.

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