Il futuro è delle economie di scala

In Italia, Threadneedle si è focalizzata inizialmente sul lato istituzionale, per poi passare alla clientela private attraverso accordi con istituzioni di private banking, family office, banche e investitori puri come fondi pensione, tesorerie e fondazioni. Come stanno andando le cose in un momento così difficile?

Nonostante l’apertura degli uffici italiani durante la peggior crisi finanziaria degli ultimi 50 anni, siamo molto soddisfatti dei risultati conseguiti in questi 4 anni di attività. I risultati operativi e le masse gestite sono superiori ai target del piano quinquennale. La nostra strategia commerciale si é inizialmente concentrata sul segmento istituzionale (fondi di fondi, gestioni patrimoniali e fondi pensione) dato che Threadneedle é un brand molto conosciuto tra gli addetti ai lavori e i track record delle nostre strategie sono ai vertici di categoria dal 1930. Pensiamo che nel contesto attuale di mercato si possano concretizzare ulteriori possibilità di crescita sia dal punto di vista distributivo sia attraverso una selezione naturale verso le migliori case di gestione e le strategie più consistenti.

State stringendo nuove alleanze, nuovi accordi di distribuzione, state lanciando nuovi fondi o nuove strategie di investimento per cavalcare il momento e far partecipare i vostri clienti a potenziali rialzi?

Dal 2012 abbiamo iniziato a sviluppare i primi accordi di distribuzione con reti di promozione finanziaria. Accanto alla relazione storica con Fineco abbiamo stretto un accordo con Finanza&Futuro e il gruppo Deutsche Bank e una collaborazione con Banca Generali per la quale gestiamo Bg Selection Global Themes, comparto della sicav lussemburghese Bg Selection. Stiamo altresì finalizzando due accordi di distribuzione con due primarie reti di distribuzione a livello nazionale. Il gruppo si posiziona tra i leader nelle strategie core azionarie e obbligazionarie ma dal 2005 offriamo anche strategie a ritorno assoluto che mutuano esperienza dai nostri hedge funds, lanciati nel 1999. Sempre più clienti sono interessati alle nostre strategie a ritorno assoluto obbligazionarie (Target Return Fund e Credit Opportunities), azionarie (American Absolute Alpha e UK Absolute Alpha) e in commodity (Enhanced Commodity Fund).

A quale tipo di clientela state puntando sul mercato italiano?

Accanto ai clienti istituzionali storici cercheremo di proseguire il nostro inserimento nelle principali reti di distribuzione e nelle divisioni di private banking. In questo momento la clientela é poco propensa al rischio ma pensiamo ci siano interessanti opportunità di investimento nei mercati azionari e nelle strategie focalizzate sul credito.

Il 75% delle masse gestite da voi arriva da mandatari. Nel 2008 in Italia lei diceva ‘ci sono contatti per prendere da sgr italiane in subgestione asset class di nicchia’. Qual è oggi lo stato dell’arte? Vi sono arrivate richieste da banche e sgr di dimensioni medio-grandi (per esempio per gestioni a ritorno assoluto)?

L’attività di subgestione rimane una componente importante della strategia di crescita di Threadneedle sia a livello internazionale sia a livello domestico. Il 2011 si è concluso con l’acquisizione del più grande mandato dell’anno per il Regno Unito con oltre 9 miliardi di euro di masse delegate da Liverpool Victoria a Threadneedle. Abbiamo ricevuto richieste di partecipazione per deleghe di asset e stiamo partecipando a un paio di incontri finali. Le economie di scala sono ormai una componente primaria per la sopravvivenza nel mondo dell’asset management e non escludiamo altri processi di consolidamento e di delega di asset in gestione da parte di sgr di medie dimensioni.

La Mifid, che ha forzato la separazione tra produzione e distribuzione, vi è stata d’aiuto nello sviluppo in Italia?

La Mifid ha finalmente forzato un inizio di strutturazione meritocratica nella gestione del risparmio. Finalmente é chiaro che le società di gestione non sono mere società di mutua assicurazione che devono rimanere in aiuto delle reti distributive bensì un centro di profitto e di eccellenza. Non dimentichiamo che questa trasformazione é tutta a favore dei risparmiatori che beneficeranno di maggiori professionalità, investimenti in tecnologie ed in talenti.

Quali sono gli obiettivi per il futuro?

Continuare ad investire nel servizio e nella distribuzione per mezzo di reti di promozione. Threadneedle ha un Dna perfetto per l’architettura aperta, nel Regno Unito siamo la quarta società più distribuita da consulenti finanziari indipendenti. In merito al mercato istituzionale avremo la possibilità di offrire sempre più nuove strategie di decorrelazione con track record ultradecennali.

Quale è la sua visione sui mercati? E quale asset allocation costruire sul 2012?

Alla luce delle prospettive di crescita debole, e per bilanciare le rigorose politiche di bilancio in fase di attuazione in molti mercati, i tassi di interesse sono impostati per essere mantenuti a livelli storicamente bassi per lo meno nel medio termine. Con i rendimenti delle obbligazioni governative che offrono poco valore, la ricerca di rendimento sarà un tema importante nel 2012. Un certo numero di asset class potrebbe beneficiare di questo tema.

Per esempio, i mercati emergenti e le obbligazioni societarie continuano ad offrire rendimenti sani, unitamente a fondamentali robusti in molte aree. I bilanci delle società sono generalmente forti dopo anni di gestione prudente della liquidità, mentre le economie dei mercati emergenti stanno beneficiando di una crescita superiore, di un indebitamento relativamente basso e di alte riserve valutarie. Come tali, noi continuiamo a preferire queste aree all’interno del reddito fisso. Passando ai mercati azionari, il rendimento da dividendo di società di buona qualità è superiore alle corrispondenti obbligazioni.

Questo fattore, insieme alla possibilità di dividendi e crescita del capitale nel lungo periodo, offre molte opportunità interessanti per le strategie azionarie a dividendo. Continuiamo a concentrarci sulle società che offrono crescita in un mondo a bassa crescita. Favoriamo le società che vendono nei mercati emergenti, quelle con accesso a un tema secolare come l’offerta di servizi sanitari rivolti all’invecchiamento della popolazione o le aziende con prodotti di qualità superiore o con una forte proprietà intellettuale. Stiamo anche trovando buone occasioni tra le società che stanno intraprendendo iniziative di “auto-aiuto” dove un nuovo management, la riduzione dei costi, riacquisti di azioni proprie stanno creando un potenziale valore che non si riflette ancora nel prezzo delle azioni.

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