Nel cuore di Pioneer ci sono Asia e Stati Uniti

L’Asia e gli Stati Uniti. Nel piano strategico quinquennale di Pioneer si guarda all’espansione nelle aree geografiche con elevata potenzialità. In particolare il braccio del risparmio gestito di UniCredit sta puntando forte su Taiwan (dove è stata registrata una raccolta netta nel 2011 di oltre 700 milioni di euro e dove oggi è il sesto asset manager per dimensioni) e vuole espandersi nei canali retail negli Usa. Per questo la società intende incrementare del 25% la forza vendita, per supportare sia i mercati in cui è già presente sia in quelli in cui intende entrare.

In Asia, poi, accanto a Taiwan, un altro paese a cui il gruppo guarda è la Corea «dove contiamo di replicare il successo di Taiwan e dove stiamo valutando la strategia di ingresso sul mercato», ha spiegato durante una conferenza stampa a Milano presso la sede di Pioneer Investments l’ad di Pioneer Investment Italia, Sandro Pierri. Si tratta di una regione dove il «business dell’asset management ha delle importanti prospettive e in questo si inserisce la recente nomina di Jack Lin come nuovo responsabile per l’Asia e il Medioriente per Pioneer Investment», spiega il ceo Roger Yates. Inoltre sarà creato un team commerciale a Singapore dedicato allo sviluppo legato al mondo della clientela istituzionale in tutta l’Asia.

Quanto all’Italia, questa genera «circa il 50% dell’ebit totale e continueremo a lavorare con le reti di UniCredit per le quali i prodotti di risparmio gestito sono strategici per i portafogli della clientela». In Italia, poi, un altro obiettivo è quello di sviluppare ulteriormente il business wholesales e istituzionale «dove vediamo ampi spazi di crescita». Pierri ha poi sottolineato che Europa e Italia, in particolare, vivono in un contesto che, negli ultimi anni, non è stato favorevole. Secondo i recenti dati di Assogestioni, i numeri continuano a muoversi in territorio negativo. La raccolta netta complessiva di gennaio 2012 è pari a -1,303 miliardi di euro (-973 milioni dai fondi aperti, -241 milioni dalle gestioni di portafoglio retail e – 89,9 milioni dalle gestioni di portafoglio istituzionali) ma la società si dice ottimista sul futuro. «Bisogna che si crei una normalizzazione dell’ambiente», ma questo riguarda l’economia in senso generale. Tra gli altri punti del piano quinquennale c’è il lancio di una Sicav nel Regno Unito. Il tasso di crescita medio annuo previsto delle masse in gestione per i prossimi cinque  anni si aggira intorno all’8% e il totale degli asset in gestione è pari a 162 miliardi di euro a dicembre 2011.

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