Fondazione e sindacati mettono sotto pressione Mps (-5%)

Sale la tensione da più parti intorno all’istituto di Rocca Salimbeni. Se da un lato la Fondazione sta trattando con Credit Suisse per ottenere la liberatoria necessaria a vendere fino al 15,5% della banca nell’ambito della ristrutturazione del maxi-debito, dall’altra i sindacati sono sul piede di guerra e si stanno mobilitando per scendere in piazza contro il piano taglia-costi varato da Monte Paschi.

Una situazione che si è subito riflessa sulle quotazioni di Borsa del titolo: dopo il tonfo di venerdì scorso, le azioni Mps hanno concluso la giornata di ieri con un calo del 4,96% a 0,38 euro, un prezzo che metterebbe la Fondazione in una situazione di maggiore sicurezza in vista della vendita del 15,5% di Mps, che dovrebbe rendere tra i 500 e i 700 milioni di euro.

Intanto le sigle sindacali Fabi, Fiba, Fisac, Uilca, Ugl e Dircredito contano di portare in piazza, venerdì prossimo, una parte consistente dei 25 mila lavoratori del Monte Paschi, con l’obiettivo di organizzare una protesta unica nella storia della banca senese.

“Il terzo gruppo bancario d’Italia sta portando i lavoratori in sciopero per un taglio di 60-70 milioni di euro”, ha ricordato il rappresentante della Fiba, Marco Radi, mentre Carlo Magni della Uilca ha puntato il dito contro il direttore generale, Fabrizio Viola: “Abbiamo riscontrato che la buona fede di cui gli avevamo dato credito non sussiste”.

Ma le critiche non risparmiano nemmeno Alessandro Profumo, indicato in pole-position come successore di Giuseppe Mussari: “la volontà delle istituzioni cittadine di insistere sulla soluzione Profumo la dice lunga sulla volontà di percorrere una situazione di conflitto coi lavoratori: in passato lui ha rappresentato il modo più duro di confronto con il sindacato, facendo piani industriali sulle spalle dei lavoratori”. Mps riunirà il cda per l’approvazione dei conti il prossimo 29 marzo.

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