E Jakelich alla fine trovò Azimut

L’incontro con l’ingegner Pietro Giuliani risale all’autunno del 2011. “In realtà”, racconta Massimo Jakelich, che dopo dieci anni in Vontobel ha da poco assunto la qualifica di chief investment strategist presso Azimut, “già ci si conosceva. Nell’autunno dell’anno passato, tramite un operatore del mercato, ci siamo incontrati”. I due hanno cominciato così a gettare le basi di uno degli spostamenti più interessanti delle quattro settimane comprese tra metà febbraio e metà marzo. Jakelich supporterà l’attività dei wealth manager del gruppo. Ha iniziato nel 1990 presso la Banca Popolare dell’Emilia Romagna. Nel 2000, il passaggio alla Popolare di Verona. Poco dopo, nel 2001, Francesco Tarabini lo ha contattato per avviare insieme il braccio italiano di Vontobel, la banca privata svizzera specializzata in asset management e private banking. “È stato in quel momento che mi sono spostato, diciamo, dalla ‘provincia’ a Milano”. Nel 2002, Vontobel Italia ha ottenuto l ’ autorizzazione all’operatività.

Di recente, il passaggio ad Azimut wealth management. Un cambiamento avvenuto nell’ambito del progetto di Giuliani di uno sviluppo, appunto, del wealth management e dei servizi alla clientela private. Fondamentali si sono poi rivelati i rapporti interpersonali e professionali instaurati con Paolo Martini e Marzio Zocca per la messa a punto delle potenzialità di sviluppo. Cosa ha convinto Jakelich a spostarsi? “Quello che mi interessava era una realtà con chiare competenze sulla gestione patrimoniale. E Azimut è una fabbrica prodotto che ha chiare competenze.

Non ho riscontrato alcuna separazione tra la gestione da una parte e la relazione con il cliente dall’altra. Ci tengo, in qualità di gestore di grandi patrimoni, a essere vicino al cliente ma anche ad altri gestori di comprovata esperienza. E Azimut dà questa possibilità”. Insomma, dal mercato al gestore alla soluzione di investimento fino al cliente, comprendendone le esigenze: è possibile seguire l’intera filiera, che peraltro nel caso di Azimut “è piuttosto corta”. Quello che è piaciuto a Jakelich è “la capacità del gruppo di fare una sintesi degli umori del mercato e di trasferirli nella relazione con la clientela”. In questo passaggio, “io ho intravisto la possibilità di apportare il mio bagaglio di esperienza e di competenze”. Altro punto di forza è l’italianità. “Ho contribuito a fondare il braccio italiano di Vontobel, che è una realtà internazionale con centro a Zurigo. In Azimut, il centro è a Milano e adesso è iniziata l’espansione all’estero”. Italiana è la società, italiani molti gestori, italiani i clienti: in una parola, è tutto un po’ più a portata di mano. Il rapporto con Vontobel intanto continua, anche se in un’altra forma. “Le due società stanno per siglare un accordo di collocamento.

Posso dire di aver portato un po’ di Vontobel dentro Azimut”. Quanto alle prospettive di crescita per il wealth management, spiega Jakelich, “la società mi ha convinto anche perché, mentre le altre realtà del settore oggi sono piuttosto guardinghe, mostra una chiara visione di investimento. Volendo entrare in questo campo e sviluppare il servizio per la clientela vip, ci sta puntando senza esitazioni. E questo dà soddisfazione”. L’ultima domanda è all’esperto. Come vede i mercati ora? “La view è positiva. Per due motivi. Primo, nei mesi scorsi c’è stato un eccesso di pessimismo. Secondo, l’azione della politica e l’intervento della Bce hanno determinato un ritorno dell’appetito per il rischio e questo”, prosegue, “si è visto sia sull’azionario sia sull’obbligazionario di Stato. Credo che questa fase proseguirà, ma attenzione: l’investimento va fatto con uno spirito tattico e opportunistico, piuttosto che in un’ottica di lungo termine. Perché la crescita economica, dove ci sarà, si rivelerà abbastanza contenuta. Vale per la Cina, per esempio, ma anche per gli Usa, da cui sta arrivando qualche segnale positivo. In Europa ci sono addirittura le premesse per una recessione”. Cautela, quindi, e occhio sempre al rischio di controparte.

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