Banche Venete a rischio bail-in

IMPASSE A BRUXELLES- Si complica la situazione di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca e aleggia lo spettro di un bail-in, la procedura di “fallimento pilotato” secondo le nuove regole Ue. L’Unione Europea chiede da tempo una ricapitalizzazione dei due istituti con soldi privati , come premessa per dare via a una successiva (e più sostanziosa) ricapitalizzazione con soldi pubblici. I vertici delle Banche Venete si sono recati ieri in missione a Bruxelles, accompagnati dal Tesoro, per chiedere alll’Ue di ammorbidire questa richiesta. Le autorità comunitarie, secondo quanto riporta l’agenzia Reuters che cita fonti di Bruxelles, sono però rimaste inamovibili e hanno detto no alle richieste italiane. Dunque, la strada per trovare i 6,4 miliardi  di euro di capitali necessari a salvare entrambe gli istituti (prossimi alla fusione) è ora tutta in salita. Il salvataggio prevede già un contributo di capitali privati costituito dall’anticipo  versato da Atlante e dalla conversione di bond subordinati. L’ipotesi che circola da giorni è che ci sia un intervento dell’Fitd, il fondo interbancario di tutela dei depositi che è finanziato da tutti gli istituti di credito italiani (e quindi fornirebbe capitali classificabili come privati). L’ipotesi di un nuovo intervento di sistema vede contrarie molte banche. Ieri, per esempio, è arrivata una doccia fredda da Carlo Messina, amministratore delegati di Intesa Sanpaolo, che ha definito “inaccettabile” chiedere altri soldi ai privati.

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