Credem, l’utile netto aumenta alla faccia dei mercati ballerini

Se Banca Euromobiliare ha chiuso il 2011 con un asset under management pari a circa 7,5 miliardi di euro complessivi, in calo rispetto al 2010 a causa in particolare delle performance negative dei mercati finanziari e dell’azione di razionalizzazione della rete di vendita (che ha portato a una raccolta netta negativa per circa 155 milioni di euro e a una struttura composta a fine anno da 19 filiali e 16 centri finanziari a cui facevano riferimento 319 promotori finanziari, 76 private banker), per la controllante Credito Emiliano il 2011 non si può dire sia stato un anno negativo, anzi.

Il gruppo creditizio emiliano ha infatti visto l’utile netto salire a 96,6 milioni di euro dai 78 di fine 2010 grazie in particolare a minori rettifiche e accantonamenti a fronte di un risultato operativo stabile a 290,2 milioni di euro (290,5 nel 2010). Nel presentare i dati alla comunità finanziaria in marzo, il direttore generale Adolfo Bizzocchi aveva sottolineato in particolare il buon andamento del margine finanziario, salito del 3,3% a 463,3 milioni di euro grazie alla crescita dei volumi di impiego, mentre l’assenza di commissioni di performance (e il calo delle commissioni di gestione) sull’asset management aveva contribuito a far calare dell’1,8% (a 504,8 milioni) il margine da servizi. In un anno che ha visto i riflettori dei mercati puntati sugli indicatori di solidità patrimoniale, il gruppo Credem può vantare risultati di tutto rilievo, con un’ulteriore crescita degli indicatori rispetto ai già confortanti livelli del 2010 nonostante una crescita degli impieghi di più di un miliardo di euro nel corso dell’anno, con il Tier 1 (tutto “core” in quanto non sono inclusi strumenti ibridi di capitale) che sale dall’8,6% all’8,7% e il Tier Total (o patrimonio di vigilanza) che migliora dall’11,3% all’11,6%.

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