Allungare l’età pensionabile in Svizzera e diminuire i salari a partire dai 50-55 anni. Lo ha detto il ce di Swiss Life, Bruno Pfister, in un’intervista pubblicata oggi dal quotidiano elvetico ‘Le Matin’. Nel dettaglio il manager del gruppo assicurativo svizzero vuole aumentare di 5 anni, a 45, l’obbligo di pagamento delle quote del Secondo pilastro: ciò significa la pensione a 70 anni per gli universitari che hanno concluso gli studi a 25 anni, mentre chi ha cominciato a lavorare a 18 potrebbe ottenere la pensione già a 63 anni.
“Questo significa”, prosegue il ceo di Swiss Life, “che un colletto bianco che entrasse nella vita attiva a 25 anni dopo gli studi dovrebbe lavorare fino a 70 anni. Per contro, chi fa lavori più faticosi fisicamente potrebbe andare in pensione già a 63 anni, se ha cominciato a lavorare a 18 anni”. Quote a parte, Pfister esige tutta una serie di misure affinchè possano essere assicurate le rendite di vecchiaia per le generazioni future. Per esempio bisogna “cessare di incitare i dipendenti a optare per un pensionamento anticipato”, sostiene il manager di Swiss Life, che giudica esagerate le rendite attualmente versate.