Anche Obama sotto le grinfie di Jp Morgan

Non è un bel momento per Jp Morgan, investita dalla bufera della maxi perdita di oltre due miliardi di dollari sul trading di derivati registrata in sei settimane; somma che peraltro potrebbe crescere nel secondo trimestre di un altro miliardo. Ma sembra che, secondo quanto emerge dai documenti della Casa Bianca, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, sia titolare di un conto corrente presso la banca d’affari guidata da Jamie Dimon. Un conto nel quale è depositata una cifra compresa fra i 500mila dollari e il milione di dollari. Secondo i documenti Obama ha investiti in titoli del Tesoro americani una cifra compresa fra l’uno e i cinque milioni di dollari.

In questo modo si spiega forse la presunta amicizia tra il capo di Stato americano e il ceo della banca: un rapporto stretto, fatto di 16 incontri proprio alla Casa Bianca e sei ruinioni faccia a faccia. Ma la Casa Bianca ci va con i piedi di piombo e non si sbilancia a definire amici Obama e Dimon. Soprattutto perchè visto le ultime disavventure, Dimon non gode di grande popolarità e potrebbe essere anzi controproducente tale rapporto in vista delle elezioni presidenziali di quest’anno. “Non entro nei dettagli di una relazione personale. Si sono incontrati in diverse occasioni”, ha affermato il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, rispondendo a chi gli chiedeva se i due fossero amici. Tuttavia alla luce del rifiuto di Geithner a ricoprire ancora il ruolo di segretario del Tesoro americano, Obama, qualora fosse rieletto, potrebbe scegliere lo stesso Dimon, da più parti indicato come possibile candidato per la poltrona.

Dimon sembra ancora godere della fiducia degli investitori se ieri è uscito riconfermato nelle sue vesti di presidente e a.d. dall’assemblea degli azionisti nella sede della banca a Tampa. Nell’occasione il manager ha rassicurato inoltre che il rosso non dovrebbe farsi sentire sul dividendo. Il numero uno della banca ha parlato anche delle nuove regole e della riforma di Wall Street, della quale ha sempre criticato la Volcker Rule, che mette al bando il proprietary trading.

Jp Morgan
non è contraria alle nuove norme: “siamo d’accordo con il 70-80%” della riforma di Wall Street e d’accordo con il proposito che si pone la Volcker Rule”. Spiegazioni che sembrano soddisfare gli azionisti, che appoggiano in pieno la linea della banca: la mozione di nominare un presidente indipendente non passa e raccoglie solo il 40% dei voti. Se l’assemblea degli azionisti sembra promuovere in fin dei conti la governance e il board della banca, critiche dure sulle maxi-perdite arrivano da Geithner, che le ritiene un fallimento della gestione del rischio e che mette in evidenza la necessità di norme più rigide.  Nelle ultime ore a farne le spese è stato il capo degli investimenti di Jp Morgan, braccio destro di Dimon, Ina Drew che si è dimessa. Insieme a lei, pronti a lasciare anche Achilles Macris e Javier Martin-Artajo.

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