Unicredit e Intesa Sanpaolo abbandonano il Lse. I due colossi bancari – che hanno deciso di liberarsi dell’intera partecipazione posseduta nella Borsa di Londra, società controllante di Borsa Italiana - hanno chiuso il collocamento delle loro quote detenute nel Lse al prezzo di 960 pence per azione ordinaria. L’annuncio della dismissione, arrivato ieri a mercati chiusi, sancisce il venir meno del peso della componente italiana all’interno del London Stock Exchange.
In particolare per UniCredit il corrispettivo dell’operazione di collocamento -16,6 milioni di titoli offerti, corrispondenti a circa il 6,1% del capitale sociale – di 197,6 milioni di euro, secondo il tasso di cambio euro/sterlina di ieri, con un contributo positivo sull’utile netto consolidato di 120 milioni.
Quanto a Intesa Sanpaolo, il corrispettivo dell’offerta pari a circa 14,5 milioni di azioni ordinarie, il 5,4% del capitale sociale, è quantificabile in 172,5 milioni di euro con un contributo sull’utile netto di 105 milioni. In entrambi i casi si tratta dell’intera partecipazione detenuta in Lse. Simili le motivazioni che hanno portato all’abbandono le due banche, terzo e quarto azionista Lse alle spalle dei fondi di Dubai e Qatar: “si è scelto di concentrarsi sul core business” rinunciando a una partecipazione non strategica, hanno spiegato alcune fonti. Soci forti del London Stock Exchange restano ora la Borsa di Dubai (al 21%) e Qatar investment Authority (al 15%). Gli azionisti italiani, che in seguito all’acquisizione di Piazza Affari da parte della società londinese possedevano circa il 15%, scendono invece intorno al 3,5%.