Clerical Medical, qui si investe con le unit linked

È il caso di dirlo: se il gioco si fa duro, i duri delle assicurazioni cominciano a giocare. Un riadattamento del vecchio adagio che vale per esempio per Clerical Medical Investment Group Limited, società britannica con oltre 180 anni di esperienza nel settore. Oggi fa parte del gruppo Lloyds Banking, uno dei maggiori operatori di servizi finanziari in Europa. La storia – quella recente – è la seguente. “Una volta, le società erano due: da una parte Lloyds Banking, con la divisione Scottish Widows; dall’altra, Hbos – Halifax Bank of Scotland – con il braccio assicurativo Clerical Medical”.

A riepilogare il passaggio degli ultimissimi anni è Matteo Gorini, strategic marketing manager del braccio italiano di Clerical Medical Investment Group. Nel 2008, in pieno cortocircuito da finanza globale, Lloyds Banking acquisisce Hbos. I primi rumor circa l’operazione fanno il giro della stampa britannica e mondiale pochi giorni dopo il crack di Lehman Brothers. L’opa risale al gennaio del 2009. “In questo modo”, prosegue Gorini, “sul mercato del Regno Unito lo storico marchio Clerical Medical è confluito in Scottish Widows. È invece ancora utilizzato per designare il business assicurativo europeo”. Il corporate center si trova in Germania. Altre due sedi sono in Austria, a Vienna, e in Italia, a Milano. Clerical Medical ha appena dato il via a un roadshow in sei tappe che è iniziato il 23 maggio a Roma e che si chiuderà il 31 del mese a Catania. L’iniziativa, per la società, è del tutto inedita. “A partire da quest’anno, abbiamo in programma di ripetere l’esperienza ogni dodici mesi”. Un nuovo appuntamento nel calendario, dunque.

Come mai questa novità? È forse per via della peculiare situazione del mercato?

Sì, possiamo dire così. Si può cadere vittime della tentazione di interrompere i piani di risparmio. Il giro d’Italia in sei tappe – Roma, Napoli, Milano, Verona, Firenze e Catania – serve a noi per dire a chi ci ascolterà “tenete duro”. La situazione di mercato di oggi magari tra cinque o sei anni si potrebbe rivelare un’opportunità.

Voi con chi avete accordi di distribuzione oggi in Italia? Ci può dare indicazioni, magari qualche nome e cognome?

Nomi e cognomi, no. Posso dire che abbiamo accordi con più di cento banche di credito cooperativo, con reti di agenzie multimandato e con alcune reti di promozione finanziaria. Nelle sei tappe del roadshow prevediamo la partecipazione di 400 tra agenti assicurativi e promotori finanziari in tutto. Nel contesto attuale, in un periodo di incertezza come quello che stiamo vivendo, noi abbiamo organizzato questo tour al fine di ribadire ai nostri distributori che siamo al loro fianco. Il tema sarà l’investimento, con le opportunità legate ai nostri prodotti. Spiegheremo ai distributori a cui il roadshow è rivolto come utilizzare i fondi a disposizione. Si tratta insomma di capire insieme come fronteggiare la crisi.

Si parlerà però anche di cambiamenti normativi, è così?

Parleremo di cambiamenti normativi e di nuova tassazione sul capital gain. Al momento la situazione appare abbastanza complicata, considerato che il quadro non è chiaro fino in fondo e che lo stesso governo guidato dal presidente del Consiglio Mario Monti attraverso decreti successivi sta spiegando come applicare le misure alle polizze. Investimenti e regolamentazione sono, volendo sintetizzare, i due macrotemi di cui si parlerà. Faremo luce sui prodotti ma anche sulle regole. E annunceremo qualche novità.

La dica intanto anche a noi.

Nel mese di giugno inaugureremo la nostra newsletter, che sarà un altro strumento per dare informazioni agli investitori sull’universo Clerical Medical, con un’attenzione particolare ai prodotti ma anche ai temi legati all’educazione finanziaria.

I prodotti, dicevamo. Ci parli più diffusamente di quelli che offre Clerical Medical.

Quello che noi proponiamo sono polizze unit linked con sottostante fondi di investimento. Clerical Medical è sbarcata sul mercato italiano alla fine degli anni Novanta. All’epoca, la nostra “specialità” era il premio unico, da collocare tramite il canale bancario. L’accoglienza è stata molto buona, abbiamo registrato un certo successo e volumi più che soddisfacenti. Con il tempo, però, ci siamo spostati sui premi ricorrenti, facendo leva sul canale delle agenzie e delle reti di promozione finanziaria. In effetti, il tempo ha dimostrato che il premio ricorrente garantisce una maggiore stabilità. Come ci ha dimostrato l’andamento del mercato vita nel 2011 e nei primi mesi del 2012, il premio unico risente di più delle fasi negative. Inoltre il gap pensionistico e le esigenze di costruirsi piani di risparmio integrativi offrono prospettive di crescita nel lungo periodo per questi prodotti. Per queste ragioni, pur continuando a proporre anche soluzioni a premio unico, i nostri volumi sono oggi più legati a polizze unit linked con fondi di investimento a premio ricorrente.

Notiamo che l’altro tema sarà la diversificazione. D’altro canto, soprattutto in un momento come questo, non si può non diversificare, no? Voi come declinerete questa indicazione? Che cosa ci può dire a riguardo?

La diversificazione è uno strumento essenziale al fine di limitare i rischi in un mondo volatile. I mercati, soprattutto negli ultimi due anni, hanno mostrato andamenti non proprio correlati. L’europeo, per esempio, ha sottoperformato gli altri mercati. È centrale costituire un portafoglio diversificato.

Cos’è il “lifecycle”?

Nell’ottica di un piano di risparmio normalmente di lungo periodo, il “lifecycle” è un metodo in base al quale la proposta di allocazione in fondi che si fa al sottoscrittore tiene conto anche della sua età e del suo orizzonte temporale. Alla fine dei conti, ribadisco che quello che noi vogliamo fare con il nostro roadshow è dare una raccomandazione forte e chiara, che si può sintetizzare in due parole: non panicate.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!