Mercati senza guida, Banca Generali ne discute a Torino con i suoi clienti

Nella suggestiva cornice del museo dell’auto di torino tra testimonianze storiche dell’evoluzione delle quattro ruote come la Ford T, la celebre Topolino o la sportiva Alfa Romeo 8c, Banca Generali Private Banking ha accompagnato circa 150 clienti in un percorso esclusivo fatto di auto, ma anche di analisi di mercati. “È importante in questa fase di forte volatilità proseguire nel confronto con i risparmiatori avvicinandoli nel modo più semplice ma dettagliato possibile alle analisi dei mercati” spiega Gualtiero Belzer, responsabile del Piemonte di Banca Generali Private Banking.

L’evento ha visto protagonisti di una tavola rotonda dal titolo “Mercati senza guida: quale veicolo di investimenti per superare la crisi?” il gestore di Eurizon, Alberto Luraschi, gestore del team Flexible Products di Eurizon Capital sgr, Andrea Vergani, sales director di Pictet e lo stesso Belzer.  “Noi di Eurizon Capital”,spiega Luraschi, “abbiamo affrontato la volatilità ribaltando il concetto di costruzione del portafoglio.  L’approccio tradizionale, infatti, parte dalla scelta dei mercati in cui investire e, sulla base dell’allocazione di portafoglio, che ne risulta calcola il rischio complessivo. Nel mio team adottiamo un approccio opposto, basato su un regime di volatilità controllata. Pertanto il punto di partenza diventa il livello di rischio definito per il fondo comune, sulla base del quale allochiamo l’investimento sulle differenti asset class. Il cliente quindi sceglierà il prodotto che presenta il livello di rischio atteso più coerente con il proprio profilo e le proprie esigenze”.

Che la volatilità sia alla base delle paure dei risparmiatori è anche la tesi di Belzer. “Ciò che spaventa i clienti è la volatilità”, spiega. “Questi momenti devono essere affrontati con professionalità e in maniera costruttiva. Ed è fondamentale avere il pieno supporto di una struttura professionale e trasparente. Il nostro lavoro è diverso da quello di un gestore, il nostro compito è quello di interloquire con i clienti e diversificare i loro investimenti, tenendo conto del tempo, del rischio e del rendimento atteso di ogni prodotto. È importante potersi muovere nella scelta dei prodotti con la massima autonomia e la nostra Banca ha questo principio come fondamentale”.

Nel corso della tavola rotonda, Vergani di Pictet ha puntato il dito contro certi prodotti finanziari che hanno lentamente distrutto i mercati. “Viviamo un periodo eccezionale nella storia dei mercati finanziari, non avevamo mai assistito ad un periodo così prolungato (12 anni) di remunerazione nulla o quasi dai mercati azionari maturi. Secondo me è il risultato di un periodo di pulizia dopo 20 anni di eccessiva proliferazione di prodotti finanziari fine a se stessi. Strumenti come i warrants, i cds, gli equity derivatives, i prodotti strutturati sui tassi, i subprime sono carta di cui lentamente dovremo liberarci. Non è finita, ci sono ancora eccessi nel mondo dell’investment banking ma siamo sicuramente nella fase finale di questa pulizia”.

I relatori hanno dunque lasciato spazio ad un po’ di ottimismo. “Io sono fiducioso sul nostro Paese”, spiega Luraschi. “Se consideriamo il livello di debito complessivo, ossia debito pubblico più debito privato, l’Italia è messa meglio di tanti altri Stati, visto che è avvantaggiata da un basso livello di debito privato. Di conseguenza ritengo che i titoli a breve emessi dal nostro Paese non presentino rischi elevati, considerando che dalle previsioni per i prossimi dodici mesi non emerge un rischio di default per il sistema Italia”.Dove puntare, dunque, per non avere brutte sorprese? Secondo Luraschi di Eurizon,“i Paesi emergenti hanno fatto il loro dovere, consegnando risultati soddisfacenti agli investitori, e ancora oggi rappresentano un’opportunità interessante di diversificazione. I mercati di questi Paesi sono supportati da prospettive di crescita economica positive, grazie a dinamiche demografiche favorevoli, al trend di crescita del reddito disponibile per i consumi (sia come capitale sia come numero di persone) e a bassi livelli di debito pubblico”. C’è poi tutto il settore dei titoli legati al mondo della tecnologia. “Facebook è un incidente di percorso in una nuova frontiera d’investimento”, spiega Vergani, “gruppi come Google, Baidu, Mercado Libre, Amazon, eBay, Yoox rappresentano concretamente un megatrend molto interessante. Tornando a Facebook è l’operazione di avvicinamento è stata male gestita e adesso se se vedono i risultati. A certi livelli come quelli visti in questi giorni sotto i 30 dollari può essere interessante anche se gli esempi primi citati hanno quasi tutti ad oggi modelli di redditività maggiore”.

Tra note di pessimismo e opportunità di investimento, tutti gli esperti presenti all’evento organizzato da Banca Generali  sono d’accordo su una strategia: diversificare e affidarsi a un professionista. “Siamo al Museo dell’auto”, sottolinea Luraschi, “e il mio consiglio è “come dedicate tanto tempo alla scelta di acquisto di un’automobile, allo stesso modo dovreste passare tanto tempo con il vostro consulente finanziario per realizzare anche in questo ambito delle scelte consapevoli”.

 

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