Consultinvest è in vena di spesa

Consultinvest pensa in grande e prosegue decisa verso l’ampliamento dei propri confini per trasformarsi in una banca rete in grado di fornire ai clienti tutti i servizi richiesti senza doversi rivolgere a partnership esterne. Del resto la sim modenese aveva già annunciato di voler crescere, anche attraverso piccole acquisizioni societarie. Detto, fatto: il 14 maggio la società ha rilanciato l’offerta per l’acquisizione della rete di promotori finanziari di Banca Network Investimenti, che ad oggi conta 334 professionisti. Parallelamente, sta portando avanti trattative per acquistare una quota maggioritaria del capitale di una banca, anche se per ora il nome resta top secret. In tutto questo, la società ha concluso il mese di aprile con una raccolta netta pari a 10,4 milioni, in contrazione rispetto ai 33,6 milioni di marzo, con risorse destinate quasi esclusivamente alla componente gestita del risparmio (9,9 milioni), mentre si è distinta sul fronte del reclutamento con 15 nuovi ingressi di promotori tra marzo e aprile e altri 16 tra aprile e maggio, attinti a piene mani, non a caso, dalle fila di Banca Network Investimenti. BLUERATING ha fatto il punto della situazione con il presidente della sim, Maurizio Vitolo.

Oltre alla rete di pf di Banca Network Investimenti, il progetto di acquistare una quota maggioritaria del capitale di una banca: a che punto siete con tutti i progetti in cantiere?

Per quanto riguarda Banca Network, una rete che ci interessa viste le dimensioni notevoli che ha raggiunto, abbiamo fatto un’offerta e l’abbiamo rilanciata migliorandola poche settimane fa. Ora stiamo lavorando per limare le ultime difficoltà e siamo fiduciosi su un perfezionamento in tempi brevi dell’operazione, che auspichiamo si concluda con una liquidazione su base volontaria. In ogni caso, la nostra offerta rimarrebbe assolutamente valida anche nell’ipotesi – ventilata da alcune indiscrezioni – di una liquidazione coatta della banca. Sul fronte invece dell’acquisizione di una quota maggioritaria in un istituto di credito, per ora posso solo confermare che la trattativa esiste e che attualmente è in fase molto avanzata. Sono entrambe operazioni impegnative, che ci porteranno a raddoppiare il numero di promotori e a incrementare sensibilmente le masse in gestione.

Da cosa è nata la decisione di trasformarsi in una banca rete?

Oggi la maggior parte dei promotori finanziari è abituata a lavorare in una banca, per cui ci siamo resi conto che era uno svantaggio competitivo non essere contemporaneamente banca e rete, e abbiamo deciso di adeguarci in modo da tenere alto il nostro appeal. L’obiettivo è creare una scatola in cui i promotori possano fornire ai clienti tutti i servizi di cui hanno bisogno senza dover ricorrere a partnership esterne.

Così però non si rischia di perdere di vista il focus sulla consulenza pura? È possibile che questo accada, secondo lei?

Assolutamente no. Il nostro modello resta comunque incentrato sulla consulenza, tanto è vero che a partire da gennaio 2012 è entrato in vigore il nuovo mandato consulenziale sottoscritto da tutti i promotori finanziari della società. Tra l’altro la banca che andremo ad acquisire servirà per fornire servizi bancari, ma non farà impieghi, per cui non dovrebbero esserci conflitti di interessi.

Come stanno procedendo questi mesi sotto il profilo della raccolta e del reclutamento? E quali sono gli obiettivi per l’esercizio in corso?

Nel primo trimestre abbiamo raccolto circa 70 milioni di euro, mentre il mese di aprile si è concluso con afflussi per circa dieci milioni. Ad attrarre risorse è stata soprattutto la componente gestita del risparmio, in particolare le gestioni patrimoniali, nostri prodotti di punta. Da inizio anno, inoltre, la raccolta realizzata dalla consulenza fee only si è attestata intorno ai 20 milioni di euro. Sul fronte del reclutamento, invece, oggi contiamo circa 180 pf (174 per la precisione, n.d.r.), quindi mantenendo questo trend puntiamo ad arrivare a quota 250 entro fine anno.

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