Banca Nuova, business solido

Cinquecento milioni di euro, quasi ugualmente suddivisi tra risparmio gestito (poco più di 170 milioni di euro), titoli amministrati (118 milioni circa) e liquidità (oltre 210 milioni) a fine marzo sono il biglietto da visita dei 94 promotori finanziari di Banca Nuova, che in aprile hanno saputo tenere le posizioni per quanto riguarda il gestito (poco più di 1,2 milioni di euro di raccolta netta) e i titoli amministrati (2,1 milioni di raccolta netta), mentre hanno dovuto registrare una fuoriuscita di 35,2 milioni di euro per quanto riguarda la liquidità.

Facendo due conti, i professionisti di Banca Nuova possono dunque vantare un portafoglio medio pro-capite attorno ai 5,3 milioni di euro, che per il territorio in cui operano è un dato sicuramente interessante, tanto più che finora l’operatività di Banca Nuova si è indirizzata prevalentemente verso lo sviluppo di servizi pensati per le aziende più che per i risparmiatori retail, quali ad esempio servizi di assistenza nella definizione e nell’implementazione della strategia di provvista, con l’approntamento di linee di finanziamento diversificate e incentrate principalmente sulla valutazione della redditività attesa, per favorire la capitalizzazione delle pmi del sud Italia, piuttosto che un costante monitoraggio del sistema degli incentivi attivabili a livello comunitario, nazionale e regionale, così da rapportare adeguatamente le risorse disponibili per ogni progetto.

Altrettanto importanti per Banca Nuova sono le amministrazioni locali cui l’istituto offre da sempre un supporto professionale per l’individuazione di opere attivabili con strumenti di project finance, così da trasformazione le infrastrutture da opere pubbliche a vere e proprie imprese, una trasformazione che è sempre più spesso indispensabile per sbloccare fondi e riuscire a concretizzare progetti rimasti troppi anni nel “libro dei sogni” di uno stato imprenditore che spesso al sud ha investito con difficoltà e risultati non sempre all’altezza delle aspettative.

Tramontate nei mesi scorsi l’ipotesi di ulteriori acquisizioni in ambito bancario (erano state ventilate possibili offerte per Banca della Campania, del gruppo Bper, o per la napoletana Banca di Sviluppo, ma entrambe le operazioni sono poi venute meno), la capogruppo guidata da Gianni Zonin sembra voler proceder con grande prudenza nel suo disegno di progressivo radicamento al sud e non è detto che non torni a spingere sull’acceleratore di una crescita organica che potrebbe significare anche ulteriori reclutamenti anche tra i migliori promotori finanziari a sud di Roma, così da rafforzare parallelamente la propria rete di pf, da tempo a un passo dalla quota simbolica dei cento mandati.

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