Banca Network, una correntista arrabbiata: mi hanno lasciata sola

Nessuna comunicazione, nemmeno due righe per far sapere ai clienti di aver sospeso improvvisamente tutti gli addebiti per un periodo di 30 giorni. Tanto che molti correntisti sono letteralmente caduti dalle nuvole vedendosi respinti i pagamenti effettuati dal loro conto attivo presso Banca Network, in amministrazione straordinaria da fine 2011 – come BLUERATING aveva anticipato lo scorso 28 novembre  – che ha raggiunto oggi un accordo per le cessione della propria rete di promotori finanziari a Consultinvest.

“Non hanno detto niente, nessun comunicato tranne una pubblicazione sul sito web della banca, ma non c’è stato un avviso a ogni singolo cliente che ha il conto lì”, ha detto a BLUERATING una correntista di Banca Network, che sul nostro sito ha pubblicato un commento in cui invita tutti gli altri “correntisti fregati” a unirsi ad una class action.  “Io ero al supermercato sabato (2 giugno 2012, ndr), sono arrivata alla cassa con il carrello pieno, ho passato il bancomat e mi hanno detto che era bloccato”, ha raccontato la donna. “Così il lunedì successivo ho chiamato Banca Network, dove mi hanno spiegato che da venerdì 1 giugno la Banca D’Italia aveva sospeso tutti gli addebiti e che avrei dovuto aspettare la scadenza dei 30 giorni, dopo di che se ne sono praticamente lavati le mani. Ma io sono una cliente loro, quindi era da loro che dovevo essere avvisata”, ha spiegato la donna, sottolineando che, non essendo addentro al mondo della finanza, non aveva avuto alcuna avvisaglia sul fatto che ci fossero dei problemi.

Non solo. Quel conto, condiviso con il marito, era stato aperto per far fronte a tutte le spese della casa, dalle bollette della luce e del gas, a quelle del telefono: “Mi hanno respinto tutti gli addebiti automatici, è arrivata la lettere dell’A2a che dice che la banca ha negato il pagamento e che ho tempo 10 giorni per saldare il debito. Per fortuna ho un altro conto”, ha raccontato. Sentendosi tradita dalla banca di cui è cliente da oltre 15 anni – da quando cioè l’istituto, nato dalla Banca Popolare di Lodi di Giampiero Fioriani, si chiamava Bipielle Net – la donna ha iniziato a fare ricerche online, imbattendosi così nel sito web del Sindacato Italiano per la Tutela dell’ Investimento e del risparmio: “ho telefonato al sindacato e mi hanno detto che ci sono le condizioni per fare una class action, ma che è meglio aspettare che scadano i 30 giorni.

Nel frattempo ho i miei soldi lì bloccati senza poterne disporre”, ha spiegato. Una cosa comunque è certa, per la correntista: anche se la banca si rialzerà, “io me ne vado a gambe levate, ho già aperto un altro conto e farò un bonifico per trasferire i soldi una volta sbloccati: un trattamento cosi non esiste, avrei capito se almeno avessero avvisato, ma niente. Eppure hanno il mio numero di telefono, il mio indirizzo, la mia e-mail… Tra l’altro non è nemmeno un conto gratuito, perché si pagano sia il canone sia le operazioni”.

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