Mps 2012-2015, tutti i dettagli del piano industriale

Mps cambia pelle. Il cda della banca senese ha approvato ieri il piano industriale per il periodo 2012-2015, che prevede un utile netto consolidato di 630 milioni di euro a fine periodo e sancisce l’incorporazione delle  controllate e la chiusura di 400 filiali, con una riduzione del personale di circa 4.600 unità – incluse le 2.300 risorse del Back-office (che sarà esternalizzato) e le 1.200 relative agli asset disposal – per razionalizzare l’assetto del gruppo.

Ma prevede anche manovre sui dirigenti, con una riduzione del loro numero e del loro costo complessivo. Tutte mosse volte a rafforzare il capitale e a riequilibrare la liquidità della banca, che punta all’ emissione di un nuovo strumento di patrimonializzazione governativo per 3,4 miliardi di euro, di cui 1,9 miliardi destinati al rimborso del Tremonti Bond attualmente in essere e 1,5 miliardi a fronte dello shortfall al 30 giugno 2012, rimborsato per circa 3 miliardi entro il periodo di piano.

Il cda dell’istituto senese – che entro il 2015 intende rientrare completamente dell’esposizione verso la Banca Centrale Europea – ha anche avviato il test di svalutazione (impairment test) sull’avviamento al 30 giugno scorso, che potrebbe comportare una svalutazione materiale degli avviamenti iscritti a bilancio, e ha convocato l’assemblea straordinaria per la delega per un aumento di capitale fino a un miliardo di euro entro 5 anni anche attraverso l’emissione di obbligazioni convertibili e/o warrant.

Quanto al raggiungimento di livelli sostenibili di redditività,  Mps intende incrementare del 30% il margine derivante da servizi con la creazione di un’unica rete (attraverso l’incorporazione di Banca Antonveneta), il potenziamento delle risorse di front line (1.000 nuovi sviluppatori), il rilancio delle attività di private banking (con il reclutamento di 100 nuovi banker) e il  lancio della nuova Banca on-line integrata con l’attuale rete di 1.000 promotori finanziari.

Il cda della banca riunitosi ieri ha infine deciso di accettare l’offerta vincolante di Cassa di Risparmio di Asti per l’acquisto della partecipazione del 60,42% in Cassa di Risparmio di Biella e Vercelli (Biverbanca) a un prezzo di 203 milioni di euro. Il perfezionamento dell’operazione è soggetto ad alcune condizioni sospensive, che dovranno avverarsi entro il 31 dicembre 2012, tra cui il rilascio dei nulla-osta da parte della Banca d’Italia e dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e il perfezionamento della scissione della partecipazione detenuta da Biverbanca in Banca d’Italia in favore degli attuali azionisti di Biverbanca.

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