Pf, il riassunto del primo semestre: marzo

Tasse, tasse, tasse. Le entrate tributarie nei primi tre mesi del 2012 si sono attestate a 87,9 miliardi di euro, in crescita dello 0,7% rispetto al primo trimestre del 2011. La comunicazione è arrivata dal dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia. A marzo 2012 si sono registrate entrate totali per 26.957 milioni, con un calo pari al 6,2%. “Complessivamente, pur in presenza di una congiuntura fortemente negativa, il gettito del primo trimestre del 2012 risulta essenzialmente stabile per effetto delle misure correttive varate a partire dalla seconda metà del 2011”, hanno evidenziato dal ministero.

Sul numero 10, intanto, BLUERATING ha fatto i conti in tasca ai promotori, scoprendo che tra Irpef, Inps, Enasarco, quota di iscrizione all’Albo e varie spese associative, di 55mila euro di imponibile ai fini Irpef restano poco più di 30mila euro. Marzo è stato anche il mese dei bilanci annuali, con le società quotate che hanno reso noti in quell’occasione anche i numeri del quarto trimestre del 2011. In uno scatto di reni, quattro tra le principali reti italiane – le tre quotate più Fideuram – hanno archiviato il 2011 con una raccolta positiva e un conto economico in utile. I profitti al 31 dicembre non sono quelli dell’anno passato: dove più dove meno, sono scesi. “Il risultato consolidato dell’esercizio”, scriveva per esempio Mediolanum nella nota destinata ai giornalisti, “è stato penalizzato da rettifiche di valore per impairment dei titoli governativi greci in portafoglio e della partecipazione in Mediobanca, già al netto dei relativi effetti fiscali”. Anche per Banca Fideuram la diminuzione “è riconducibile essenzialmente alla svalutazione dei titoli governativi greci”.

Però, teneva a precisare la società guidata da Matteo Colafrancesco, “l’utile netto consolidato normalizzato, calcolato escludendo le principali componenti non ricorrenti del 2011 al netto degli effetti fiscali, è risultato pari a 275 milioni”, ovvero in aumento del 18,9% rispetto al 2010. In generale, comunque, il quarto trimestre dell’anno ha segnato un miglioramento rispetto al periodo compreso tra luglio e settembre. È migliorato il clima sui mercati, quindi anche le performance fees. Hanno tutto sommato tenuto le commissioni di gestione, grazie al fatto – evidenziavano gli esperti sentiti da BLUERATING – che le reti hanno raccolto abbastanza bene.

Le commissioni nette sono scese in Azimut, Banca Generali e Mediolanum. Unica eccezione è stata Banca Fideuram, dove sono cresciute del 2,5% anno su anno. Per le commissioni nette ricorrenti, in particolare, l’aumento è stato del 3,2%. Un balzo, si è appreso dalla nota diffusa dalla società, “attribuibile in gran parte all’incremento delle masse medie di risparmio gestito”. Dunque fondi comuni, gestioni patrimoniali e prodotti assicurativi. Sullo sfondo, in generale, ancora il braccio di ferro tra gestito e amministrato. Il 19 marzo a Milano è andata in scena la seconda edizione del Forum nazionale sulla consulenza finanziaria organizzato da Ascosim. Focus sull’entrata in vigore della nuova versione della normativa Mifid, la direttiva europea che disciplina i servizi di investimento, con attenzione particolare alle conseguenze che questa potrebbe avere sull’attività del consulente finanziario in Italia. Secondo il segretario generale di Ascosim Massimo Scolari, sentito all’epoca da BLUERATING, “il maggiore cambiamento riguarda l’introduzione della consulenza indipendente, che si distingue dall’attività di consulenza come viene considerata oggi e che presuppone alcune caratteristiche che i professionisti devono avere”.

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