Kiid, un’opportunità per l’intera industria

E’ entrato in vigore il 1° luglio il Key investor information document (Kiid), il documento a tutela dell’investitore che, secondo quanto previsto dalla Ucits IV, è chiamato a descrivere gli obiettivi di investimento e il profilo di rischio di un fondo attraverso un linguaggio semplice e coinciso. La strada che porta al “Kiid perfetto” è però accidentata: gran parte degli operatori non sta cogliendo appieno le notevoli opportunità che derivano dalla digitalizzazione di queste informazioni.

La frequenza e la quantità degli aggiornamenti richiesti rendono difficile, costoso, inefficiente e, in molti casi, addirittura impossibile, utilizzare software ordinari per produrre questa documentazione. La prospettiva di dover fornire maggiori informazioni agli investitori, secondo Martin Bock di Rbc Dexia, potrebbe rappresentare un problema di carattere organizzativo per l’industria del risparmio gestito. “Le prime versioni dei Kiid”, dichiara Bock in una nota, “non sembrano soddisfare completamente i requisiti previsti dalla Ucits, soprattutto in termini di chiarezza di linguaggio. E le autorità regolamentari hanno evidenziato anche molti errori”.

La difficoltà maggiore che hanno incontrato i gestori di fondi, fa notare Bock, “è stata tradurre in un linguaggio semplice le politiche di investimento”. Ma la vasta applicazione del Kiid potrebbe rivelarsi un fattore decisivo anche in chiave commerciale, con i distributori che “potrebbero favorire quei prodotti che dispongono già di schede informative chiare e facilmente consultabili dai potenziali investitori”. L’adozione su larga scala del Kiid, alla fine dei conti, rappresenta un’opportunità piuttosto che una minaccia per l’industria intera.

“Negli anni a venire”, conclude Bock, “gli investitori finali e i distributori favoriranno la diffusione di Kiid ben scritti e ben strutturati. Non sarà possibile ignorare il Kiid, visto che sarà applicato a diverse classi di prodotti. Rappresenterà un elemento distintivo in un settore altamente competitivo e gli asset manager dovranno giocoforza utilizzare sistemi professionali per la produzione di questo tipo di contenuti”.

E in futuro le novità potrebbero andare oltre i confini della Ucits. La Commissione europea, per esempio, dovrebbe presto inserire il requisito del Kiid nella tanto attesa norma che riguarderà i prodotti di investimento al dettaglio pre-assemblati (Prip). Inoltre, Bruxelles sta valutando l’adozione del documento per i fondi pensione. Una ricerca recentemente condotta dalla stessa Rbc Dexia in collaborazione con Kpmg, pubblicata a marzo, ha evidenziato infatti una forte spinta da parte dei regolatori in molti Paesi dell’Unione europea verso l’adozione del Kiid o di documenti analoghi per la distribuzione di prodotti non-Ucits.

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