Se la consulenza diventa social

La consulenza finanziaria incontra il mondo dei social network. Advise Only, società di informazione e advisory online presieduta da Claudio Costamagna, ha lanciato infatti il primo social network europeo riservato agli investimenti personali. Uno spazio sulla rete in cui i risparmiatori possono confrontarsi tra di loro e con i professionisti del settore. Una vera e propria community dove sarà inoltre possibile presentare o condividere i portafogli d’investimento che gli utenti potranno votare, esprimendo così il proprio gradimento. “Si tratta di un Facebook del risparmio”, spiega Costamagna. “È una nuova iniziativa che ha l’obiettivo di rispondere all’esigenza di effettuare scelte in modo consapevole, senza dover ascoltare persone che vogliono piazzare per forza i propri prodotti”.

“La crisi”, nota Serena Torielli, che di Advise Only è amministratore delegato, “ha portato la finanza sulla bocca di tutti”. Gli investimenti complessivi sono stati finora di circa 2,5 milioni di euro dal 2010, quando Advise Only è nato. Costamagna e Torielli non danno indicazioni sugli obiettivi numerici ed economici del nuovo social network che dovrebbe arrivare a contare, “per ritenerci soddisfatti, intorno ai 50mila utenti registrati”. Internet, blog, forum e anche social network sono ormai diventati strumenti indispensabile per fare business. Negli ultimi anni la potenza di internet e, in particolare, dei social network è cresciuta infatti in maniera esponenziale. Lo dimostrano i risultati di una ricerca condotta dalla Business School of Management del Politecnico di Milano, in collaborazione con Mimesi, che ha messo in luce quanto il potere della rete e dei social media stia assumendo proporzioni impressionanti nelle scelte d’acquisto. Secondo i risultati dell’indagine, sono otto milioni circa gli italiani che modificano le loro scelte d’acquisto a seguito delle informazioni recuperate attraverso questi nuovi strumenti di comunicazione 2.0. Sono quasi il doppio, intorno ai 15 milioni, quelli che si fidano pienamente di quanto trovano nei blog e nei forum su un particolare prodotto o un servizio. Anche i social network si ritagliano il loro spazio: sono circa 12 milioni gli italiani che si fidano delle informazioni riportate sui social network.

La ricerca ha messo in luce un altro aspetto interessante, e cioè che il consumatore ha una spiccata propensione a condividere anche le informazioni positive, rendendo ancora più importante la capacità delle aziende di ascoltare il mercato. Proprio per questo, per una società diventa indispensabile avere una strategia e quindi monitorare questo settore in continua evoluzione. A offrire questo servizio è la nuova piattaforma integrata che si chiama Mimesi360, in grado di analizzare contemporaneamente, oltre alle fonti stampa, anche siti internet, social network, blog e forum. A lanciarla sul mercato è proprio Mimesi, del gruppo Reed Business Information, specializzata nel media monitoring. Il servizio offre, in un unico strumento, quattro servizi specifici: monitoraggio media, analisi quantitativa dei risultati, sentiment analysis e un’analisi reputazionale dell’azienda, tenendo sotto controllo simultaneamente i principali e nuovi canali di informazione: web, social network, blog e stampa. Il nuovo prodotto, creato in collaborazione con BlogMeter, è dedicato alle aziende e ai professionisti che necessitano di informazioni e analisi su che cosa si dice e come si parla delle loro aziende o dei loro prodotti.

Tra i punti di forza della piattaforma, la capillarità del raggio d’azione, con oltre 70mila fonti monitorate. “La realtà in cui viviamo è in continua evoluzione”, dice Marina Bonomi, direttore generale di Mimesi. “Le aziende, indipendentemente dal settore merceologico in cui operano, non possono prescindere dalle informazioni riportate anche dalla rete su prodotti e servizi. Web, blog e social media stanno velocemente affiancando i media tradizionali come fonti autorevoli di informazione e un corretto monitoraggio di tutte le fonti non solamente può aiutare a prevenire crisi reputazionali ma costituisce una leva gestionale fondamentale”.

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