Soldi in Svizzera, sospesi (e sotto inchiesta) 6 cf e private banker

Un fiume di soldi tra l’Italia e la Svizzera, un intermediario di Zurigo non autorizzato a operare in Italia e un esercito di cf e private banker che operavano per le principali reti. Sono gli ingredienti di una vicenda che ha radici lontane e che ha portato alla recente sospensione di 6 professionisti dall’Abo dei consulenti finanziari, con delibere della Consob che risalgono al 12 aprile scorso (e che sono state rese note nelle ultime comunicazioni dell’Authority).

INDAGINI A FIRENZE-Tutto ha inizio nell’aprile del 2015 quando un’indagine della Polizia Tributaria di Firenze, coordinata sostituto procuratore Giuseppe Ledda mettono nel mirino ben 18 consulenti finanziari e private banker di varie reti accusati di aver lavorato anche con un intermediario svizzero con sede nella zona di Zurigo e non autorizzato a operare in Italia. L’operazione viene ribattezzata dagli stessi inquirenti Ricchi e Felici e l’ipotesi di reato è pesante: i financial advisor avrebbero aiutato i clienti a portare i soldi illegalmente all’estero, in cambio di una lauta ricompensa da parte dell’intermediario svizzero, cioè la retrocessione di circa il 33% delle management fee, le commissioni di gestione del patrimonio  (vedi qui la notizia che Bluerating diede a suo tempo).

SOSPENSIONI A RAFFICA-  Poi, tra indagini e interrogatori, la vicenda si è trascinata a lungo per finire un po’ nel dimenticatoio dei media, dopo il clamore suscitato inizialmente (soprattutto in Toscana, dove le indagini sono partite). Ora, però, l’operazione Ricchi e Felici torna sotto i riflettori della cronaca. Alla metà di aprile la Consob ha deciso infatti di sospendere dall’Albo per ben un anno 6 consulenti finanziari. La prima è Elisabetta Beghelli di Verona, che risulta aver lavorato per il gruppo Bnl Bnp Paribas. Nel suo caso, però, il Tar ha sospeso l’efficacia della delibera della Consob e il 7 luglio prossimo la questione verrà affrontata dai giudici. Poi c’è Maurizio Brollo di Venezia, che attualmente è senza mandato ma, dal suo profilo Linkedin, risulta aver lavorato in passato per Banca Profilo ed Euromobiliare. Il terzo nome è Guido Cambi di Portoferraio (Li), altro professionista che non risulta attualmente avere mandato. Infine ci sono tre nomi di Fideuram Ispb: Giuseppe Caiani  e Manuela Corrieri di Prato oltre a Giandomenico Santarossa della provincia di Treviso. Nel caso di Corrieri e Santarossa, va detto che il database dell’Albo Ocf non segnala attualmente i professionisti come “sospesi”, nonostante la Consob abbia adottato apposito provvedimento il 12 aprile.

GIA’ LICENZIATI – Contattata da Bluerating, Fideuram Ispb ha fatto sapere di essersi mossa già due anni fa, non appena ha ricevuto segnalazioni dalla Procura. Dopo aver effettuato le opportune verifiche collaborando con gli inquirenti, la società ha sciolto il rapporto con i propri cf e private banker, che hanno adottato una condotta infedele anche nei confronti della rete. Nel caso delle  recenti 6 sospensioni dall’Albo operate il 12 aprile scorso dalla Consob, va detto che si tratta di persone che non hanno ancora ricevuto una condanna. L’authority ha però ritenuto che ci siano alcuni gravi elementi che impediscano la prosecuzione dell’attività professionale. In alcuni casi, per esempio, è stato riscontrato il possesso da parte dei professionisti di un conto corrente in Svizzera, su cui potrebbero essere transitate le management fee retrocesse dall’intermediario elvetico.

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