UniCredit, tu chiamala se vuoi revisione dei costi

Esuberi bancari, costi elevati, perdite trimestrali: sono solo alcuni dei problemi che le banche italiane stanno affrontando. La crisi ha messo a dura prova l’intero comparto italiano. Ora, grazie alla recente mossa della Bce, pronta ad acquisti illimitati di bond a breve termine (con scadenza fino a tre anni), la situazione potrebbe migliorare. Ma la gestione dei costi all’interno delle aziende non deve comunque essere sottovalutata. Di questa opinione è il vice direttore generale di UniCredit Paolo Fiorentino, che a margine della conferenza stampa di presentazione del Trophy Tour della Uefa Champions League ha risposto ad alcune domande poste da soldi&bluerating.

In UniCredit come state affrontando la questione della gestione dei costi?

L’intera industria finanziaria deve confrontarsi con questo problema. Deve essere capace di gestire il crollo recente delle revenues e di rivedere i costi per avere un business sostenibile. Noi abbiamo avuto una delle performance migliori nel primo semestre di quest’anno. Ma è vero che è importante tagliare il grasso, cioè i costi in eccesso.

E questo comprende anche il personale?

Naturalmente. Il costo del personale corrisponde al 62% o al 63% circa di un’azienda. E quindi bisogna intervenire anche su questo aspetto e rivederne i volumi. Con tutti i problemi contrattuali che ne conseguono. Ci confronteremo anche con i sindacati (il piano industriale al 2015 prevede una riduzione del personale di 3.500 unità, ma è ancora fermo, n.d.r.).

Dopo l’ultimo bond, prevedete un’altra emissione?

Sfrutteremo tutte le possibilità che si presenteranno e le varie finestre che il mercato ci offrirà. Ma il lancio di un’obbligazione non sarà a qualsiasi prezzo. Con l’ultima emissione di due settimane fa, il funding plan 2012 è praticamente realizzato.

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