Risparmio gestito, Scolari: serve parecchia consulenza

UNA RIFLESSIONE SUI FONDI – Nel secondo semestre del 2011, nel pieno della crisi finanziaria nell’eurozona, la raccolta netta dei fondi di investimento italiani ed esteri è stata negativa per 75 miliardi. Nello stesso periodo, le emissioni di obbligazioni da parte delle banche collocate alla clientela retail sono state pari a 79 miliardi. Conclusione? Ne propone una il segretario generale di Ascosim, l’associazione delle sim di consulenza, Massimo Scolari.

UNA SCELTA EMOTIVA – “La crisi finanziaria”, dice Scolari, “ha accentuato l’avversione al rischio dei risparmiatori, che hanno disinvestito dai fondi di investimento e hanno investito in strumenti obbligazionari più tradizionali, in prevalenza a tasso fisso, collocati dalle banche con tassi di rendimento contenuti. Dopo 12 mesi, con i dati a fine settembre, la scelta non sembra particolarmente azzeccata”. Perché? “Guardando le performance a 12 mesi dei fondi comuni d’investimento, si nota che i fondi azionari hanno conseguito risultati del 15,02%, i fondi bilanciati dell’11,26% e i fondi obbligazionari del 7,27%”.

IL BOLLETTINO DELLA CONSOB – A fornire l’occasione per la riflessione, spiega Scolari, è il primo numero del bollettino statistico della Consob, un documento a cadenza semestrale che contiene i dati sui settori istituzionali di interesse della commissione basati su segnalazioni statistiche di vigilanza. “Il bollettino”, segnala Scolari, “è estremamente ricco di dati interessanti e vale la pena soffermarsi su alcuni numeri che descrivono il recente andamento del risparmio gestito in Italia. Il patrimonio degli oicr gestiti da intermediari italiani è diminuito in poco più di un anno di 41 miliardi di euro, passando dai 194 miliardi di fine 2010 ai 153 miliardi del marzo 2012”.

BISOGNO DI CONSULENZA – Quanto alle performance evidenziate, Scolari fa presente che non sono quelle dei migliori gestori ma quelle “della media dei fondi rilevate dall’indice Fideuram. Tra l’altro”, continua, “fa piacere osservare che tra i migliori fondi dell’ultimo anno emergono anche nomi di gestori italiani, a volte un po’ superficialmente ‘snobbati’ dalle reti di collocamento. I numeri”, conclude, “dimostrano che una corretta allocazione del portafoglio non deve essere condizionata dalle preoccupazione e dall’emotività del breve termine”. In poche parole, secondo Scolari “c’è molto bisogno di consulenza finanziaria, indipendente e non”.

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