Bpm conferma la cancellazione dell’integrativo, tensione alle stelle con i sindacati

CONTRATTO INTEGRATIVO DISDETTATO DAL 13 NOVEMBRE – La conferma arrivata dalla Bpm circa la cancellazione del contratto integrativo a partire dal 13 novembre incendia gli animi dei sindacati. Il clima tra azienda e organizzazioni dei lavoratori era già teso dopo la rottura delle trattative sul piano industriale targato Piero Montani e sui 700 esuberi previsti (qui la notizia), e si è surriscaldato ulteriormente con la disdetta del contratto integrativo aziendale, già annunciato ad agosto e riconfermato due giorni fa.

IL COMMENTO DI SILEONI (FABI) – La cancellazione dell’integrativo “è una mossa miope e arrogante”, ha detto Lando Sileoni, segretario generale della Fabi, in un’intervista rilasciata a MF-Milano Finanza. “L’unico effetto è quello di allontanare le parti in questa difficile trattativa”. Il sindacalista non esclude comunque una soluzione positiva del confromto: “se vengono rispettati lavoratori e sindacati, non vedo difficoltà”, ha detto. “Per il rilancio sono necessari: esodi incentivati e volontari, assunzione di personale, stabilizzazione dei lavoratori precari, mantenimento del contratto integrativo aziendale e durata del fondo esuberi in linea con quanto concordato a livello di sistema con gli altri gruppi bancari”.

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