Azimut Wealth Management, va’ dove ti portano i grandi patrimoni

Nata nell’ottobre del 2009 sotto la guida di Paolo Martini, Azimut Wealth Management è la divisione del gruppo Azimut dedicata alla gestione dei patrimoni familiari, personali e aziendali dei clienti private. La struttura opera trasversalmente su tutte le tre reti del gruppo – Azimut Consulenza, Az Investimenti e Apogeo – e offre prodotti e servizi quali polizze di private insurance, servizi di ottimizzazione del patrimonio,attività di asset management e investment banking, analisi del patrimonio personale e dell’impresa, soluzioni di wealth planning (servizi fiduciari, corporate governance, etc.) e private equity. A poco più di tre anni dalla nascita della divisione, soldi&bluerating ha fatto il punto della situazione con Paolo Martini, responsabile marketing e wealth management del gruppo guidato da Pietro Giuliani.

In sintesi, chi è e quando nasce Azimut Wealth Management?
Azimut Wealth Management è la divisione dedicata ai clienti più sofisticati con esigenze di consulenza evoluta. Oggi rappresenta un’alternativa per i professionisti di alto livello, soprattutto provenienti dal mondo bancario, che desiderano lavorare e crescere in un ambiente lontano dalle logiche standardizzate del private banking. Grazie a importanti investimenti sul segmento private, Azimut ha rafforzato il suo posizionamento sulla clientela di fascia alta. Il progetto wealth management ha preso il via alla fine del 2009 per creare un nuovo modello sul mercato che prendesse il meglio dei due mondi, quello delle reti e quello del private banking.

A quanto ammonta oggi il patrimonio in gestione della divisione e quanti sono i professionisti di cui si avvale?
Oggi Azimut Wealth Management opera attraverso 110 professionisti di alto standing e di comprovata esperienza, maturata in primarie strutture italiane e internazionali, e conta circa 3 miliardi di masse in gestione. Gli obiettivi di crescita sono ambiziosi, oggi abbiamo la possibilità di fare investimenti importanti su risorse capaci che sposino il nostro modello e abbiano voglia di operare “sulle ali della libertà”.

Come funziona il modello di remunerazione dei vostri private banker?

Il nostro modello di remunerazione è pensato per premiare i migliori professionisti e si colloca in una fascia molto alta di mercato. La remunerazione è proporzionale all’esperienza, al portafoglio clienti, alle masse in gestione e alle potenzialità di crescita. Offriamo al private banker la possibilità di non essere un numero, lavorando in una società che ha un modello partecipativo che valorizza le risorse capaci che meritano di guadagnare per il valore che portano. Non usiamo anticipi provvigionali ma investiamo sul professionista, offrendo tranquillità economica per svolgere al meglio la professione.

Dopo le nomine di spicco negli ultimi mesi, c’è in programma qualche nuovo ingresso? Può fare dei nomi?
Nell’ultimo anno abbiamo registrato l’ingresso di diversi professionisti di elevato profilo, provenienti dalle principali realtà del settore, tra i quali Valter De Franceschi, Guido Feller, Massimo Jakelich e Alessandro Zamorani. Attualmente abbiamo diverse trattative importanti in corso, ma per il momento non posso anticipare nulla. A

ltre novità in cantiere? Che cosa ci può anticipare sul vostro calendario?
 Si sta per concludere in questi giorni il “WM Executive Program”, percorso di specializzazione pensato appositamente per la nostra divisione e ideato in partnership con la Sda Bocconi. Il corso Executive, della durata di otto giornate di cui due sviluppate a Francoforte con testimonial internazionali, è stato strutturato su quattro moduli e ha trattato tematiche diverse con l’obiettivo di innalzare le competenze tecnico- finanziarie dei 25 nostri wealth manager. Abbiamo poi in cantiere ulteriori progetti commerciali e nuovi servizi, spesso legati a ingressi di nuovi professionisti, che ci posizionano sempre di più come professionisti a tutto tondo.

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