Conti correnti, depositi e carte di credito: arriva il Grande Fratello del fisco

PARERE FAVOREVOLE – Il Garante della privacy ha detto sì. È infatti arrivato il via libera al regolamento attuativo dell’archivio dei rapporti finanziari, il cervellone sul quale finiranno tutte le movimentazioni bancarie dei contribuenti italiani. Cosa vuol dire? In pratica un nuovo super-archiovio dei rapporti finanziari che conterrà i nominativi dei soggetti intestatari dei conti correnti, il codice identificativo dei rapporti intrattenuti con gli operatori finanziari e le informazioni sui soggetti che hanno effettuato operazioni al di fuori di un rapporto continuativo.

NUOVA INFRASTRUTTURA – Il Fisco ha, infatti, deciso di abbandonare l’infrastruttura individuata in precedenza (Entratel) e, anche in seguito al parere assai critico emesso dall’Authority ad aprile sulla prima bozza del provvedimento, di passare al Sistema di interscambio dati (Sid), che la Sogei dovrebbe mettere a punto entro fine dicembre.

LA LOTTA ALL’EVASIONE – Le finalità del super-archivio sono quelle di potenziare la lotta all’evasione. Se al database potevano accedere in caso di indagini finanziarie Gdf e agenzia delle Entrate per rilevare i rapporti attribuibili al soggetto sottoposto a controllo, d’ora in avanti tutte le informazioni comunicate al Fisco dagli operatori potranno essere usate dall’Agenzia anche per elaborare, con procedure centralizzate, liste selettive di contribuenti a maggior rischio di evasione da sottoporre a verifiche.

LE LIMITAZIONI
– Il sì che è arrivato dal Garante è però condizionato. Tra i paletti, quello principale riguarda che se in futuro il sistema dovesse essere utilizzato anche per altre finalità, oltre alla definizione delle liste di contribuenti a maggior rischio evasione e al controllo delle dichiarazioni Isee, le modalità prescelte, dovranno nuovamente passare il vaglio dell’autorità sulla privacy. Il cervellone centrale, inoltre, dovrà rispettare alcune regole di sicurezza informatica e manterrà le informazioni sui conti correnti degli italiani per non più di sei anni(lo stesso periodo richiesto per la conservazione dei dati della dichiarazione dei redditi).

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