IL PIANO INDUSTRIALE – Il nuovo piano industriale di Mediobanca, che vedrà la luce nell’estate del 2013, si reggerà su tre pilastri: maggiore controllo dei rischi, rafforzamento della presenza all’estero e stabilizzazione dei ricavi delle attività che richiedono minor impiego di capitale. Il che potrebbe significare un nuovo mix tra le diverse attività, con un rafforzamento dei presidi nell’advisory e nel capital markets e un alleggerimento nell’attività creditizia.
FOCUS SULL’ATTIVITÀ BANCARIA – Nel corso del cda tenutosi ieri, riporta l’agenzia di stampa Reuters citanto fonti vicine al consiglio, non si è toccato il tema delle partecipazioni azionarie, ma si è discusso unicamente dell’attività bancaria, considerata il core business del gruppo. “È stato un primo incontro per porre le basi sulla parte banking tenendo conto del contesto attuale”, ha spiegato una fonte. “L’a.d. Alberto Nagel ha fatto una fotografia di come è Mediobanca oggi, al fine di rafforzare il modello di business tenendo sotto controllo costi e rischi”.
RAFFORZARSI ALL’ESTERO – Per quanto riguarda l’estero, l’obiettivo è “rafforzare le sedi già esistenti per far fronte al difficile contesto economico”, ma si dovrà anche ripensare ai progetti relativi per esempio al Nord Africa, poi accantonati a causa dei disordini recenti in quei Paesi, per i quali al momento “è tutto fermo”, ha detto ancora una delle fonti citate da Reuters. La riunione ha ribadito l’importanza del braccio retail CheBanca!, che rappresenta il 20% della raccolta del gruppo.
TRA FEBBRAIO E MARZO – Il piano sarà comunque modulato in base agli sviluppi del contesto macroeconomico e dello scenario regolamentare, con uno sguardo particolare a Basilea 3, ma non può ignorare anche gli sviluppi sul piano politico del Paese. Un aggiornamento delle riflessioni emerse nel corso della riunione di ieri ci sarà in un prossimo consiglio. Il quale si terrà tra febbraio e marzo e non è invece quello già in agenda a dicembre, dedicato al preconsuntivo.