Promotori, è giallo sul monomandato. È davvero la fine di un’epoca?

DISCUSSIONE IN CORSO AL SENATO – Se l’anticipazione dovesse mai essere confermata, darebbe il via a una vera rivoluzione: i promotori finanziari potrebbero non essere più monomandatari. Ma sarà davvero così? Vediamo. Da ieri è in discussione in Senato il disegno di legge che converte e rende definitivo il cosiddetto decreto Crescita. Superato l’esame di Palazzo Madama, martedì 11 dicembre il testo dovrebbe approdare alla Camera dei deputati. Anche perché il tempo stringe: il decreto risale al 18 ottobre, dunque tra meno di due settimane scadrà.

DOPPIO ALBO VERSO IL TRAMONTO – Si tratta di un passaggio cruciale per i promotori finanziari: il disegno di legge, infatti, contiene alcuni passaggi che di fatto cancellano l’obbligo di iscriversi all’elenco degli agenti in attività finanziaria tenuto dall’Oam in capo a quei promotori finanziari che collocano finanziamenti o servizi di pagamento non collegati a investimenti. Si chiuderebbe così una questione che ha messo parecchio sotto pressione i promotori per diversi mesi (vai qui per la notizia precedente). Ma non sarebbe questa l’unica novità.

LE PAROLE DELLA SENATRICE – Secondo quanto risulta dal sito del Senato, nella seduta di ieri pomeriggio ha preso la parola la senatrice Ada Spadoni Urbani del Pdl. “Valuto positivamente le norme sulle liberalizzazioni contenute nel disegno di legge in esame”, ha detto, “non solo quelle nel settore assicurativo ma anche quelle nel settore dei promotori finanziari, che con l’entrata in vigore di tale legge non saranno più monomandatari, grazie anche a un mio emendamento che il governo ha voluto accogliere”.

POSSIBILE MALINTESO
– In Italia, secondo il Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, i promotori finanziari possono vendere prodotti solamente per conto dell’istituto per il quale lavorano. Ergo, sono per legge monomandatari. Stando a fonti accreditate, potrebbe dunque essersi trattato di un malinteso: qualcuno avrebbe interpretato l’abolizione dell’obbligo di iscrizione all’elenco tenuto dall’Oam come fine del monomandato, dal momento che, secondo la recente riforma, gli agenti in attività finanziaria d’ora in avanti dovranno essere monomandatari. Una conclusione che avrebbe saltato alcuni passaggi e che quindi non sarebbe corretta né fondata.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!