Doppio Albo, niente panico: va avanti il maxiemendamento

LEGGE DI STABILITÀ E DINTORNI – La legge di stabilità, che adesso è all’esame della commissione Bilancio al Senato, sarà approvata da Palazzo Madama entro martedì 18 dicembre, in anticipo rispetto ai tempi prefissati. Poi passerà alla Camera per il via libera definitivo, che dovrebbe arrivare il 21 dicembre. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo del Senato. Il provvedimento sarà in aula lunedì 17. Subisce un’accelerazione, dunque, il testo che segnerà la fine dell’attuale governo Monti. L’8 dicembre infatti, subito dopo la sfiducia di fatto da parte del Pdl giovedì 6, il professore ha messo sul tavolo del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano le sue dimissioni, rinviando il passo formale a dopo l’approvazione della legge di stabilità, che poi altro non è che la vecchia finanziaria.

PROMOTORI FINANZIARI IN ATTESA – L’interrogativo, ora, riguarda tutti gli altri testi che sono a metà strada tra il Senato e la Camera: promossi cioè dall’uno ma non ancora dall’altra, o viceversa. Come il decreto Crescita, in fase di conversione con il maxiemendamento (vai qui per la notizia) che proprio giovedì 6 dicembre ha ricevuto l’ok del Senato e che in queste ore è a Montecitorio. Secondo quanto riporta il sito web del quotidiano La Stampa, la conversione sarebbe a rischio per via della crisi di governo. E questo per i promotori finanziari sarebbe un problema, dal momento che il maxiemendamento contiene alcuni passaggi che di fatto annullano l’obbligo di iscrizione all’elenco degli agenti in attività finanziaria tenuto dall’Oam per quei professionisti che collocano finanziamenti o servizi di pagamento non connessi a operazioni di investimento.

AL MOMENTO TUTTO CONFERMATO
– Secondo quanto risulta a BLUERATING, tutto al momento è confermato: sia i tempi di conversione del decreto – entro martedì 18 dicembre, giorno in cui scade – sia l’agenda dei lavori alla Camera. “La chiusura anticipata della legislatura”, ha ammesso il senatore dell’Udc Gianpiero D’Alia, “lascia sul campo diverse leggi come la delega fiscale, le pene alternative al carcere e l’attuazione del pareggio di bilancio in Costituzione”. Ma questo vale per i testi che ancora devono passare all’esame del Senato. Il maxiemendamento sul decreto Crescita – o Sviluppo che dir si voglia – quella prova l’ha già superata. Adesso lo aspetta la Camera, dove non è affatto detto che non ce la faccia. E anche se non ce la facesse e gli emendamenti sui promotori dovessero confluire – come ipotizzano alcuni – nella legge di stabilità, i tempi sarebbero compatibili con il termine del 31 dicembre, data in cui scade il regime transitorio nel quale stanno operando i promotori finanziari toccati dall’obbligo (vai qui per i dettagli).

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