I titoli tossici bisogna saperli gestire bene

Mettere in contatto domanda e offerta di titoli in sofferenza, ovvero strumenti finanziari su emittenti andate in default o in situazione di stress. È questa la missione di Illiquidx, come lascia intendere lo stesso nome della società, che deriva proprio dal termine Illiquid exchange. Si tratta di una boutique di servizi finanziari indipendente nata nel 2009 a Londra su iniziativa di Celestino Amore, classe 1972, che oggi ne è managing partner insieme alla co-fondatrice Galina Alabatchka. Specializzata appunto nella vendita di titoli illiquidi, la società si rivolge principalmente a clienti istituzionali attraverso una piattaforma web-based proprietaria dove acquirenti e venditori si incontrano per scambiarsi informazioni e per realizzare transazioni. I volumi più grandi di scambio sono relativi a crediti di debitori come Lehman Brothers e Mf Global. Soldi&bluerating ha intervistato l’ingegner Amore – che ha alle spalle una laurea in ingegneria chimica al politecnico di Torino e un master in Finance presso la London Business School nel Regno Unito – per fare luce sull’attività di Illiquidx.

Perché buttarsi sul mercato dei titoli in sofferenza?
Noi nasciamo come una fenice dalle ceneri della crisi Lehman Brothers e siamo una boutique specializzata nel trading di prodotti tossici rimasti sotto le macerie del sistema finanziario. Dalla caduta di Lehman in poi si è creata infatti una grande opportunità per la nostra attività: basti pensare che su oltre 12 miliardi di dollari di volumi scambiati dal 2009 a oggi, quattro miliardi sono relativi proprio al fallimento del colosso americano. Il nostro slogan è “Go liquid”, perché siamo convinti che i titoli tossici derivanti dai grandi gruppi finanziari americani travolti dalla crisi, e ora immobilizzati presso istituti di credito, asset manager, e a volte anche investitori privati, possano diventare liquidi attraverso la nostra piattaforma.

Come funziona?
Abbiamo da un lato soggetti che, vantando crediti nei confronti di aziende o enti governativi in difficoltà e non più in grado di pagare nei tempi dovuti, si rivolgono al mercato secondario per reperire liquidità, e dall’altro soggetti interessati ad acquistare questi asset incagliati, potendo permettersi di tenerli in portafoglio per tempi lunghissimi e capaci di gestire il rischio legale e di recupero di questi crediti. Quello che facciamo noi è metterli in contatto, offrendo diversi servizi accessori: dalla valutazione al regolamento dell’operazione a varie forme di consulenza.

Quanti sono oggi i vostri clienti?

Oggi sono oltre duemila: si tratta per lo più di banche commerciali, banche private e investitori istituzionali, oltre che aziende non finanziarie che hanno crediti incagliati in tesoreria o necessitano di ristrutturare la propria struttura del capitale. Questi clienti hanno accesso alla nostra piattaforma dove possono caricare i loro codici Isin, chiedere i prezzi in base alla tipologia dei loro crediti e ricevere assistenza sulla conclusione dell’accordo dai nostri trader e venditori specializzati. Non c’è alcun costo di sottoscrizione per partecipare alla piattaforma, si paga solo per ogni transazione conclusa.

Da quante persone è composto il vostro team?
Ad oggi siamo diciotto professionisti, tutti provenienti da grosse banche d’affari e ognuno specializzato in ambiti specifici.

In quali mercati si concentra l’attività di Illiquidx?
Negli ultimi quattro anni il nostro focus è stato sull’Europa, perché al momento i problemi finanziari riguardano il Vecchio Continente, e ci aspettiamo che la situazione rimanga in questa maniera ancora per diverso tempo. Ma non escludiamo la possibilità di guardare anche ad altri mercati.

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