Assoreti, Tofanelli vede rosa sul 2013 delle reti

Come sono andate le reti nel 2012? Ci sono gli ingredienti per una crescita nel 2013?
La raccolta netta nel periodo da gennaio a ottobre è stata di 9,5 miliardi, in aumento del 15,3% rispetto all’intera raccolta del 2011. In particolare, confrontando gli stessi periodi, quest’anno le reti hanno raccolto più di 8 miliardi nel solo gestito, mentre l’anno scorso poco meno di tre. A livello patrimoniale si riscontra un aumento del 7,8%, passando da 231 miliardi agli attuali, parliamo di fine ottobre, 249 miliardi. Questo dato, mi preme sottolinearlo, è il più alto di sempre. Insomma, siamo andati bene, direi. E non vedo motivi per cui dovremmo andare meno bene l’anno prossimo. Anzi, più si specializzano i servizi, più vengono richiesti investimenti in grado di sopportare e supportare una consulenza evoluta, più il cliente ha bisogno di un rapporto fiduciario di qualità, più, ritengo, le reti possono aumentare il passo rispetto agli altri.

Quali sono i problemi che la promozione dovrà affrontare e risolvere il prossimo anno?

 Si dice che in Gran Bretagna ci sia un’esperienza in tema di advice superiore a quella degli altri Paesi. Io credo veramente che se in Italia la consulenza non fosse stata definita “promozione” nessuno potrebbe oggi porre in dubbio la grande tradizione italiana in tema. In questo momento, le reti sono in grado di essere presenti su tutti i modelli organizzativi della consulenza, con una grande attenzione alla relazione personale. Non vedo problemi, vedo sempre maggior sviluppo ed efficienza: vedo sfide.

Cosa c’è da fare ancora a livello normativo?

Uno dei grandi temi del settore del risparmio è quello del conflitto di interessi. Anche qui, non dovendo “mediare” tra raccolta ed erogazione, le reti sono libere di sposare l’interesse proprio con quello del cliente. In questa macroprospettiva, gli interventi normativi dovrebbero guardare altrove. Certo, possiamo sempre migliorare, ma non vedo bisogni normativi importanti, al momento. Vedo solo un intervento necessario: configurare anche normativamente ciò che accade nella realtà, la presenza di una figura professionalmente evoluta che svolge un servizio complesso ma unitario, nell’interesse del cliente, e che deve essere vigilato da un solo soggetto.

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