Frame AM, se il private banking riparte dalla Svizzera

Frame Asset Management, società di diritto svizzero specializzata in gestioni patrimoniali e consulenza sugli investimenti, ha inaugurato di recente il suo nuovo quartier generale a Lugano, in via Vanoni. E per procedere all’acquisto del nuovo immobile, lo scorso ottobre ha effettuato un aumento di capitale da 750.000 franchi svizzeri. Soldi&bluerating ha intervistato il presidente Michele de Michelis per fare il punto della situazione.

Chi è Frame AM?
Frame AM nasce nel 2007, quando un gruppo di professionisti, provenienti dal mondo del private banking, decide di associarsi rilevando una fiduciaria di gestione in Svizzera. L’obiettivo era ed è rimasto quello di gestire la propria clientela utilizzando i migliori asset manager presenti a livello mondiale, senza vincoli di alcun tipo. La nostra vocazione è l’approccio absolute return e la ricerca della generazione di alpha o extrarendimento.

Perché la scelta di operare in Svizzera?
Abbiamo provato a fare qualcosa in Italia, ma è molto difficile operare in modo indipendente in un Paese dove il mercato delle sim è in mano agli istituzionali e dove Banca d’Italia e Consob ti fanno letteralmente impazzire. In Svizzera, invece, c’è una maggiore efficienza amministrativa e la legge è più semplice: diciamo che abbiamo preso ciò che c’era di buono da entrambe le realtà.

Come funziona l’attività di consulenza?
L’attività di consulenza sostanzialmente si rivolge a quegli investitori che desiderano avere l’ultima parola sui propri investimenti: possiamo fornire indicazioni relative ai contenuti di un’asset allocation già predisposta, oppure assemblare direttamente asset allocation in base ai vari profili di rischio.

Da quante persone è composto il team?

Nell’attuale organigramma contiamo cinque persone nel team di gestione/consulenza e nove dipendenti con mansioni amministrative e di back-office.

Quali sono le caratteristiche che cercate in un professionista?
Dal momento che non esiste un prodotto finanziario perfetto al 100%, a mio avviso un bravo gestore è colui che su 100 periodi ne fa bene 80 e che nei 20 in cui il suo modello non funziona si muove in modo da limitare i danni, senza andare dietro al cliente, ma seguendo il suo modello.

Qual è il target di clientela a cui vi rivolgete?
Frame AM si rivolge sia a clientela privata sia a clientela istituzionale (sgr e compagnie assicurative del ramo vita) attraverso la gestione o l’advisory di strumenti come polizze assicurative e fondi di investimento di tipo sicav. La nostra clientela privata generalmente si compone di persone con una buona disponibilità economica e un discreto grado di cultura finanziaria. Il portafoglio clienti istituzionali, invece, è prevalentemente composto da banche di piccole dimensioni, società di gestione e fiduciarie di gestione, che vadano in outsourcing sui prodotti terzi.

Quali asset class consiglierebbe oggi ai clienti?
La nostra specializzazione sono i fondi con approccio a ritorno assoluto. Siamo inoltre sempre stati particolarmente “fissati” nell’asserire la centralità e la coerenza del singolo gestore rispetto alle performance dei fondi che andiamo ad analizzare. Proprio per essere sicuri di investire nei migliori prodotti absolute return i portafogli che ci vengono dati in gestione, abbiamo sviluppato un modello di selezione proprietario. I fondi che utilizziamo sono usciti indenni dalla crisi del 2008 e del 2011, e quindi siamo fiduciosi che possano fare scelte giuste anche per il futuro. Dal 2007 a oggi, i “nostri” gestori hanno generato mediamente performance tra il 5 e il 10% annuo, con una volatilità compresa tra il 4% e l’8%.

Come funziona il modello di remunerazione dei consulenti di Frame AM?

I nostri consulenti sono dipendenti che ricevono bonus in funzione dei risultati conseguiti (in termini di performance, raccolta e fatturato). In questo modo, il nostro modello di remunerazione tende a far convergere gli interessi di società, consulente e cliente, garantendo tra l’altro la totale indipendenza nella scelta dei prodotti.

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