Unipol, sindacati in allarme: gli esuberi post fusione potrebbero essere 2.200

2.200 ESUBERI – Potrebbero essere complessivamente 2.200 gli esuberi post fusione del gruppo Unipol-FonsSai (qui la noizia), su un totale di 8.100 dipendenti attivi nelle società interessate dall’integrazione. È quanto riporta La Repubblica, citando fonti sindacali secondo cui la compagnia assicurativa bolognese avrebbe affrontato l’argomento durante un incontro tenutosi ieri.

RISPARMI PER 130 MILIONI
– Con questa mossa l’azienda riuscirà a risparmiare circa 130 milioni di euro in 3 anni, prevedono i sindacati. Quanto ai tagli al personale, spiega Fisac Cgil, circa la metà dei 2.200 dipendenti interessati dovrebbe essere ceduta ad altri marchi insieme agli 1,7 miliardi di premi come imposto al nuovo gruppo dall’Antitrust, mentre 900 andrebbero in pre-pensionamento. Incerta invece la sorte degli altri 200. “Cosa succede agli altri 200? Non hanno voluto mettere nero su bianco che non licenzieranno. E chi ci dice che i compratori vorranno tutti i dipendenti?”, chiede la Cgil.

IL COMMENTO DEGLI ANALISTI
– Secondo gli analisti di Intermonte – che hanno confermato il giudizio neutrale su Unipol -  il numero degli esuberi indicato dai sindacati è tuttavia “eccessivo, considerando che si tratterebbe (escludendo le cessioni) di circa il 10% della forza lavoro attuale”. Quanto alla stima di risparmio costi, “130 milioni rappresenterebbero la gran parte delle sinergie di costo stimate dalla società di 180 milioni su 349 milioni totali (la nostra stima è di 280 milioni)”.

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