Dopo la sospensione dall’Albo un pf fa sentire le sue ragioni

PARLA ALFREDO SANTOPIETRO – Avevamo già parlato di Alfredo Santopietro all’inizio di febbraio in occasione della sua sospensione cautelare dall’Albo dei promotori finanziari (qui la notizia). Torniamo a parlarne oggi perché, proprio pochi giorni fa, lo stesso Santopietro ha inviato in Consob – come del resto aveva già preannunciato – la remissione della querela presentata dal cliente, chiedendo la revoca della misura cautelare. E ha raccontato a BLUERATING i restroscena della vicenda. Pubblichiamo di seguito il suo intervento.

L’INIZIO DELLA STORIA
– “Nel 2005, quando ero direttore commerciale di Uln – oggi GenesiUln sim – e mi occupavo anche di erogazione, il padre di un promotore finanziario che faceva parte del mio team quando ero responsabile del Centro Sud Italia per un’altra società si presentò da me disperato, perché aveva dato una caparra di 60.000 euro per l’acquisto di un immobile e la sua banca , dopo alcuni mesi, gli aveva rigettato la richiesta di mutuo. Mi disse che avrebbe perso il denaro se non avesse effettuato la compravendita entro 30 giorni. Io riuscii a fargli ottenere il mutuo in solo 19 giorni e, essendo un mio conoscente, gli chiesi una parcella ridotta (pari al 3% anziché al 4%, come la norma in quell’azienda). Quando gli telefonai per il pagamento della parcella però, con mio sommo stupore mi sentii dire che invece del 3% pattuito, poiché l’operazione a suo dire  era stata troppo semplice mi avrebbe corrisposto solo il 2%.  Gli inviai allora copia del mandato da lui sottoscritto con relativa parcella con le commissioni al 3%”.

L’ARRIVO DELLA QUERELA – “Per tutta risposta , fui querelato in quanto ritenuto “reo” di aver contraffatto il mandato. La causa è pendente dal 2005, in quanto si sono susseguiti tre magistrati e il cliente non si è mai presentato alle udienze che sono state sempre rimandate. Nell’ultima udienza dell’anno scorso la mia difesa minacciò l’intervento della forza pubblica per accompagnare il cliente dal giudice. Questi allora promise che sarebbe venuto a rimettere la querela. Purtroppo anche in tale circostanza non si presentò. L’udienza fu rimandata al 5 marzo 2013, ma questa volta l’intervento della forza pubblica è stato realmente richiesto e non appena la controparte ne è venuta a conoscenza, ha contattato il mio avvocato tramite un suo legale e ha fissato un incontro in Tribunale per rimettere la querela. Cosa che è avvenuta il giorno 15 febbraio. La mia difesa ha quindi richiesto un provvedimento di urgenza al magistrato che ha in carico il procedimento per anticipare il decreto di archiviazione previsto nell’udienza del 5 marzo 2013. In sintesi, per una querela che si è dimostrata priva di fondamento, la mia persona ha avuto un carico pendente per oltre 8 anni , la Consob ha disposto una sospensione cautelare in maniera molto superficiale senza neanche prendersi la briga di disporre una mia audizione”.

L’EPILOGO – “ll mio legale mi aveva consigliato di non  firmare l’accettazione della remissione di querela per far andare avanti il procedimento fino alla sentenza (a questo scopo avevamo chiesto anche una perizia calligrafica che attestasse l’autenticità della firma del cliente sul mandato), facendo ricorso al Tar per contestare la sospensione. Ma i tempi si sarebbero allungati a dismisura e ho preferito concludere in maniera più rapida la vicenda. Tutto sarà cancellato, ma rimane l’amaro in bocca per una vicenda che mi ha visto coinvolto ingiustamente a causa di un cliente che invece di ringraziarmi per non avergli fatto perdere la caparra e per avergli consentito di acquistare la sua abitazione, mi ha fatto penare per 8 lunghi anni”.

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