Prometeia Advisor sim, detenuta al 100% dal gruppo Prometeia, ha visto la luce nell’aprile del 2006 ed è stata autorizzata pochi mesi dopo dalla Consob a offrire servizi di consulenza in materia di investimenti. Dal 2010 è entrata in Ascosim. Oggi la società – che conta circa 50 miliardi di asset under advisory – vede un possibile sviluppo per il settore nell’affiancamento dell’esecuzione alla consulenza, per la creazione di una figura di consulente assimilabile a quella del “medico-farmacista”, che possa scrivere la ricetta e fornire i medicinali. Davide Squarzoni, direttore generale di Prometeia Advisor sim, ha condiviso le sue riflessioni con BLUERATING.
Qual è il vostro approccio alla consulenza, dunque?
Il dna del gruppo è costituito da risk management e financial planning. Sono gli elementi base della nostra offerta, che comprende analisi del portafoglio, asset e liability management, asset allocation, selezione di gestori e strumenti finanziari, transition management, performance e risk measurement e attribution e operazioni di finanza straordinaria.
A quale clientela si rivolgono i vostri servizi?
I nostri servizi si rivolgono a investitori istituzionali: fondazioni bancarie, fondi pensione, casse di previdenza private, cooperative, corporate e family office.
Quanti consulenti conta il vostro team?
Oggi la nostra squadra è composta da 31 risorse, a cui dovrebbe aggiungersi un’altra persona entro fine anno. Ci sono poi diverse risorse in stage, che valutiamo di volta in volta se integrare o meno al nostro team, non appena concluso il periodo concordato. Siamo infatti sempre attenti ai giovani che hanno terminato o stanno per terminare il loro percorso universitario: basti pensare che l’età media dei nostri professionisti si aggira sui 34- 35 anni.
Che tipo di consulente che cercate?
Ci riteniamo interlocutori interessanti per consulenti di valore, che finora si sono rivolti ai nostri stessi target di clientela. Mi riferisco sia a persone fisiche sia a srl o studi professionali. Sono convinto che in futuro – come dimostra l’esperienza inglese a seguito della Retail distribution review – la selezione darwiniana sarà inevitabile.
La consulenza stile Gran Bretagna si affermerà anche in Italia?
Il mio dubbio è che se non ci siamo riusciti negli ultimi cinque anni sarà difficile riuscirci ora: la situazione è più complicata e l’Albo dei consulenti indipendenti dà fastidio a tanti. Ci vorrebbero migliori normative di settore, ma la richiesta deve nascere dal lato della domanda, non da qello dell’offerta.
Qual è il vostro modello di remunerazione?
Per la consulenza generica usiamo un modello a flat fee, proporzionale alle giornate/ uomo necessarie per fornire i servizi richiesti, in termini di contenuti e frequenza di erogazione. Per la consulenza riservata – il cui perimetro è costituito dalla mera indicazione personalizzata di acquisto/vendita di strumenti finanziari – convivono flat fee e fee in basis point su asset sotto consulenza, anche con performance fee.
Quante sedi ha oggi la società?
La sede è quella di Bologna, con due uffici operativi a Milano e Roma. Al momento non abbiamo in programma alcuna nuova apertura.
Nuovi progetti? Che cosa ci può anticipare?
Abbiamo raggiunto con un anno di anticipo i risultati previsti dal piano 2011- 2013 e inizieremo a lavorare verso fine anno per il triennio 2014-2016. Pur in un contesto di mercato complesso come quello attuale, riteniamo importante continuare a investire in metodologia e tecnologia, sempre più indispensabili per fornire in modo profittevole servizi a valore aggiunto. Come auspicato anche dai regolatori – comunitari e nazionali – potrà poi risultare fattore critico di successo per le sim affiancare ai servizi di consulenza quelli di esecuzione, che non pongono problemi di conflitto di interessi, creando invece una sinergia indispensabile per operatori altrimenti sempre a rischio di disintermediazione.