Eurizon Capital sgr: è il momento di rischiare un po’

Di seguito l’intervista rilasciata a BLUERATING da Alessandro Solina, direttore investimenti di Eurizon Capital.

Come è iniziato l’anno di Eurizon Capital?
L’anno è partito bene per Eurizon Capital, così come per il comparto del risparmio gestito italiano complessivamente. Per la nostra società questo trend è iniziato l’ultimo quadrimestre del 2012, ma negli ultimi mesi è considerevolmente cresciuto. La raccolta netta mensile, dallo scorso settembre all’ultimo dato di febbraio, è positiva per un valore cumulato di 3,4 miliardi di euro, trainata dai nuovi prodotti flessibili e a cedola. Leggiamo questo dato come un chiaro segnale di apprezzamento dei risparmiatori per i prodotti di asset management che offrono diversificazione, trasparenza e professionalità nella gestione.

In generale, quali segnali stanno arrivando dal mercato?
Dal mercato arrivano segnali di fiducia per i prodotti di risparmio gestito. Queste indicazioni sono particolarmente significative se viste nel contesto in cui sono maturate: la debolezza dell’economia, la volatilità dei mercati, la crisi dell’eurozona e la difficoltà delle famiglie a risparmiare. La domanda di investimenti si rivolge dunque verso prodotti a cedola, in grado di sostenere il reddito della famiglia.

Quali sono le principali sfide e i cambiamenti che l’industria del risparmio dovrà affrontare nei prossimi mesi?
Dal lato investimenti, le tematiche che destano maggiori preoccupazioni sono legate all’assenza di investimenti privi di rischio o meglio all’assenza di remunerazione per strumenti realmente privi di rischio. Quindi, la soluzione è quella di ridurre gli asset monetari aumentando l’esposizione ad asset rischiosi, per migliorare il rapporto rischio/rendimento. Ma è importante la modalità con la quale si raggiunge questo obiettivo. È fondamentale estendere l’orizzonte temporale del cliente finale. Contemporaneamente, aumentare la diversificazione curando molto l’asset allocation tattica, per prevenire un’eccessiva volatilità complessiva che potrebbe preoccupare il cliente. I nostri prodotti Gestione Attiva cercano di assolvere questo compito.

L’incertezza politica italiana vi preoccupa? Qual è la vostra impressione?

L’incertezza in generale preoccupa i mercati. Soprattutto la difficoltà, testimoniata dagli ultimi accadimenti relativi a Cipro, nel trovare una soluzione definitiva alla questione europea. Alla fine è molto probabile che l’area euro rimarrà intatta e gli asset europei potranno godere di una forte rivalutazione rispetto a quelli delle altre aree. La strada però sarà caratterizzata da forte volatilità ogni volta che la crescita mondiale rallenterà, avvicinando lo scenario macroeconomico europeo di riferimento a quello che ha caratterizzato il Giappone negli ultimi venti anni.

Più in generale, come vedete l’Italia nella cornice della crisi europea?
I titoli di Stato italiani sono sottovalutati e quindi le prospettive di investimento sono interessanti sia a livello assoluto che rispetto a quelle di altri paesi. Una stagione di riforme economiche, migliorerebbe la nostra crescita di medio termine, rendendo l’occasione di investimento realmente irripetibile. Al contrario, un rallentamento dell’economia mondiale in questo momento sarebbe estremamente deleterio per il nostro rapporto debito/Pil, riportando una situazione di forte volatilità sul mercato governativo.

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