Private banking, anche i clienti “upper” riscoprono il gestito

SCENDE LA RICCHEZZA “AGIATA” – Nel 2012, per la prima volta, la ricchezza prodotta dalle famiglie più agiate è scesa dello 0,2%. Lo riferisce il quotidiano La Stampa citando dati dell’Associazione italiana del private banking (Aipb). Malgrado ciò, il patrimonio totale di chi ha un reddito disponibile per il risparmio e gli investimenti è passato dagli 878 miliardi di fine 2011 a 898 miliardi, anche per via dell’effetto mercato.

IL GESTITO SI DIFENDE BENE – In un contesto come questo, si legge ancora su La Stampa, il mercato servito del private banking ha registrato masse gestite per 431 miliardi rispetto ai 409 di fine 2011. Un incremento che ha consolidato la crescita registrata tra il 2008 e il 2010, la quale aveva subito una battuta d’arresto nel 2011. Più della metà delle masse si concentra sulle classi con patrimoni tra l’uno e i 5 milioni di euro.

LE PREFERENZE DEGLI INVESTITORI
– E ancora, prosegue il quotidiano: nel 2012 c’è stata una lieve ripresa dei fondi e delle gestioni rispetto ai prodotti amministrati, che pure continuano a essere il primo oggetto delle preferenze rappresentando il 39,6% del totale, contro il 30,7% del gestito, e il 20,8% della raccolta diretta, ossia liquidità e obbligazioni bancarie. C’è poi un 8,9% che si rivolge invece ai prodotti assicurativi.

I CLIENTI SI DICONO SODDISFATTI – Infine, cresce il grado di soddisfazione dei clienti: quelli disposti a dare voti alti alla struttura principale di private banking a cui si rivolgono per gli investimenti sono pari al 76% del totale, contro il 72% del 2011 e il 63% del 2010. Per chiudere, è soddisfatto il 73% del totale, dal precedente 67%.

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