Gaa sim: avanti tutta verso la consulenza pura

LA CONSULENZA PURA – Gaa sim vira in modo deciso sulla consulenza finanziaria pura, abbandonando il servizio di collocamento con l’obiettivo di diventare un punto di riferimento nel mercato del risparmio gestito in Italia attraverso il traghettamento della clientela a un’attività di advisory “globale e dinamica”. E anche sul fronte del reclutamento la ricerca è rivolta principalmente a figure consulenziali che non provengano dal mondo della promozione. Non mancano ambizioni di espansione, con un occhio all’Oriente e agli Stati Uniti. Alla luce di tante novità in cantiere, soldi&bluerating ha contattato Dario Luca Spitale, eletto a settembre amministratore delegato della società fondata da Giampaolo Abbondio.

Perché Gaa sim ha deciso di concentrarsi sulla consulenza? Cosa succederà adesso?
Riteniamo che il servizio di mero collocamento, così come oggi interpretato dal mercato secondo un modello definito chiuso, abbia un’eccessiva concentrazione di conflitti di interesse che minano il rapporto con il cliente. La consulenza indipendente fa sì che il risparmiatore interpreti il consulente come tale e non come una controparte. In concreto, l’abbandono del servizio di collocamento ci permetterà di presentarci sul mercato con un’immagine libera da conflitti di interesse.

Ma perché sospendere il servizio di collocamento?
Il nostro modello prevede che il risparmiatore mantenga i propri asset all’interno dell’intermediario bancario di sua fiducia, con cui ha spesso rapporti che vanno al di là degli investimenti. Per questo il servizio di collocamento rappresenterebbe un puro costo non a supporto del nostro core business.

Ci saranno ripercussioni sul fronte occupazionale?
Nessuna ripercussione nel momento in cui i collaboratori presenti in azienda vorranno sposare il modello di business adottato.

A ottobre ci aveva anticipato un progetto sulla clientela retail.
Il progetto, in fase di implementazione, prevede un approccio al mercato, per questo tipo di clientela, con metodologie di investimento che sono state negli anni di difficile attuazione. Il modello di consulenza personalizzato, così come impostato, svincola il risparmiatore dalla logica degli investimenti a benchmark verso la logica del total return: riteniamo che implementare strategie di copertura personalizzate anche per i piccoli risparmiatori sia un’importante novità nel panorama del risparmio in Italia.

E la remunerazione?
Il modello prevede il pagamento di una fee di consulenza da parte del cliente dodici mesi dopo la sottoscrizione del contratto se e solo se si sono realizzate performance positive prestabilite dal “parametro di qualità”, che varia a seconda del profilo di rischio del cliente. La logica è di condivisione del rischio, per ricostruire con i risparmiatori un rapporto di fiducia.

L’obiettivo a ottobre era di reclutare 40 figure entro il 2012.
Abbiamo reclutato circa 55 promotori finanziari, purtroppo per la diversa interpretazione del core business incentrato sulla consulenza totalmente indipendente abbiamo preferito interrompere il rapporto con alcune di queste figure. Oggi in Italia sono ancora pochi quelli che riescono a focalizzarsi su quella che molti, a ragione, considerano una nuova professione, il consulente finanziario.

Quanti professionisti avete?
Oggi il team è composto da 23 promotori e da 16 consulenti. Reclutiamo principalmente in questa direzione. Ci rivolgiamo nello specifico ai giovani, con una formazione accademica orientata alla finanza da formare al nostro interno.

La consulenza indipendente si affermerà in Italia?
Solo se il settore rivedrà profondamente i servizi offerti e i costi applicati. Credo che l’Albo dei consulenti vedrà la luce verso la fine di quest’anno.

E sul 2013?
Per la seconda metà del 2013 le novità riguarderanno lo spostamento e il relativo ingrandimento dell’ufficio studi da Milano a Londra. Abbiamo anche avviato una fase esplorativa per aprire nuove sedi in Oriente e negli Stati Uniti.

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