Promotori, Tofanelli: la ricerca di portafogli importanti non tolga spazio alle nuove leve

Professionisti dotati di grandi portafogli si spostano e cambiano uffici e società. La sensazione generale è che in questo periodo, per consolidare le loro strutture, banche e reti stiano sempre di più alzando l’asticella, puntando sui veterani del mercato oppure direttamente sui private banker. Ne abbiamo parlato con Marco Tofanelli, segretario generale di Assoreti, in occasione del Salone del Risparmio 2013, che si è svolto alla Bocconi di Milano dal 17 al 19 aprile.

Tofanelli, dal vostro osservatorio voi quale impressione avete su questi movimenti? E quale spazio resterà, di questo passo, per le nuove leve? Qual è la vostra sensazione, a riguardo?
In realtà, va tutto quanto insieme. Sono attività piuttosto diverse, ma l’una non esclude l’altra. Da un lato si pone l’attenzione sullo sviluppo di portafogli importanti, dall’altro si guarda alle giovani leve. La prima attività guarda alla capitalizzazione e alla crescita nel breve, la seconda significa investire sul lungo periodo. Sulla crescita, le società devono tutte quante rispettare delle politiche che, anche per quanto riguarda i bonus d’ingresso, devono garantire economicità e sostenibilità nel tempo. La politica di remunerazione, come noto, è un’attività soggetta a vigilanza prudenziale. Ci sono criteri da rispettare ma, in quell’ambito, è tipicamente imprenditoriale.

E per quanto riguarda i giovani, in modo particolare? Si continua a parlare di ricambio generazionale, soprattutto alla luce del fatto che l’età media degli iscritti all’Albo dei promotori finanziari continua a salire. Ma come si può fare spazio alle forze “fresche”, all’interno del quadro che lei ha tracciato?
Per quanto riguarda l’aspetto dei giovani, è chiaro che si tratta di un fenomeno più ampio, più “politico”, e stiamo prestando una grande attenzione a questo, attraverso l’approfondimento su tante materie, non soltanto in sede associativa, ma anche in sede di Apf. Insomma, è un tema che riguarda l’investimento di lungo periodo e, rispetto al passato, ci troviamo di fronte a un “mestiere” complesso, con competenze multidisciplinari, responsabilità gravi e margini più ridotti. Ma è un ruolo fondamentale, che si svolge nei confronti del risparmio in Italia. Stiamo cercando il nuovo, giusto equilibrio.

Insomma, sintetizzando, la situazione è questa: vent’anni fa la famiglia, i parenti e gli amici bastavano per partire. Giusto?
Esatto. Oggi, invece, non è più così.

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